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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 26 DICEMBRE 2024

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‘Referendum? Governo non c’entra. Ad Alfano pieni poteri nel Pdl’

‘Referendum? Governo non c’entra. Ad Alfano pieni poteri nel Pdl’

| Il 03, Giu 2011

Il premier durante un’intervista tv: ‘Riconosco la sconfitta alle amministrative, alle comunali abbiamo subito un gol ma continuiamo a condurre per 4 a 1’. Poi sulla riforma fiscale, ‘Tremonti esita? No, dovremmo fargli un monumento’

‘Referendum? Governo non c’entra. Ad Alfano pieni poteri nel Pdl’

Il premier durante un’intervista tv: ‘Riconosco la sconfitta alle amministrative, alle comunali abbiamo subito un gol ma continuiamo a condurre per 4 a 1’. Poi sulla riforma fiscale, ‘Tremonti esita? No, dovremmo fargli un monumento’

 

(ANSA) ROMA – “Io non sono contrario”, alle primarie “purché si arrivi ad essere certi che i votanti siano dei veri sostenitori del nostro partito e non magari degli infiltrati della sinistra”, ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di un collegamento telefonico con Mattino Cinque. Devono essere quindi iscritti? gli chiede Maurizio Belpietro. “Sì – risponde il Cavaliere -, una sorte di registro di coloro che vogliono partecipare alle primarie”. “Noi non andiamo mai a disturbare i comizi della sinistra, sono loro che ci mandano le squadre organizzate: ieri sono stato applaudito tutto il giorno ma all’inizio della giornata c’era il solito squadrone di venti ragazzi organizzati dalla sinistra che quando sono arrivato all’Altare della Patria ha inscenato una dimostrazione contro di me e i giornali hanno potuto scrivere ‘Berlusconi fischiato e applaudito'”. “Mi hanno applaudito tutti – ha aggiunto – mi hanno fischiato quei venti ragazzotti che sempre mi seguono negli eventi pubblici”.

“Riconosco la sconfitta” alle amministrative, alle comunali “abbiamo subito un gol ma continuiamo a vincere e a condurre per 4 a 1”. Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi parlando a Mattino5. “Il governo paga dazio in momenti di crisi ed anche la scelta dei candidati ha pesato”. Il presidente del Consiglio ha aggiunto che la “tenaglia” dell’informazione, “soprattutto della Rai e de La7”, ha fatto il resto tanto che gli elettori moderati disgustati non hanno votato. “No, non esita” sulla riforma fiscale, anzi “noi dovremmo fare un monumento a Tremonti, anzi gli italiani dovrebbero fare un monumento a Tremonti e a tutto il governo perché stiamo riuscendo ad uscire dalla crisi senza aver adottato le misure che gli altri Paesi europei hanno adottato, come l’abbassamento degli stipendi pubblici, e non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani”.

Così Silvio Berlusconi, nel corso di ‘Mattino Cinque’, ha risposto ad una domanda sul ministro dell’Economia. Angelino Alfano avrà pieni poteri nel Pdl. Lo assicura Berlusconi. Il nuovo segretario politico avrà pieni poteri o decideranno in quattro? gli chiede Maurizio Belpietro. “No, Alfano avrà tutti i poteri che gli verranno delegati attraverso la modifica dello statuto dal presidente (del Pdl, ndr), e sarà lui a dare ai tre coordinatori i compiti che riterrà opportuno conferire a ciascuno di loro”, risponde il premier. “Abbiamo il dovere di arrivare al 2013 per onorare il patto sottoscritto con gli elettori: questo é l’unico governo e l’unica alternativa politica in grado di garantire la governabilità del Paese in un momento tanto delicato per la situazione economica”. “L’alleanza fra noi, la Lega e i ‘responsabili’ è numericamente minore, ma è piu solida e determinata di prima”, ha aggiunto. Sui giornali “c’é un degrado dell’informazione che si è trasformata in vera e propria disinformazione contro di noi”. Smentendo che sia in atto una ‘balcanizzazione’ del Pdl, il premier ha detto: “Nemmeno per sogno, sono tutte invenzioni dei giornali, al nostro interno c’é grandissima, grandissima coesione: non sappiamo più cosa fare” con i giornali, perché “riportano frasi tra virgolette che non solo non abbiamo mai detto, ma nemmeno pensato. C’é veramente un degrado dell’informazione che si è trasformata in vera e propria disinformazione contro di noi”. ESITO REFERENDUM NON RIGUARDA GOVERNO – “Noi non abbiamo dato nessuna indicazione, abbiamo anzi dato assoluta libertà di scelta ai nostri elettori anche se devo dire che questi referendum nascono da iniziative che sono demagogiche perché per esempio il quesito sulla privatizzazione dell’acqua è del tutto fuorviante perché non è vero che si vuole privatizzare l’acqua, ma semmai é una legge che punta a limitare sprechi nella gestione dell’acqua”. Berlusconi torna sui referendum del 12 e 13 giugno. “Quanto al nucleare – ha aggiunto – le norme sono già state abrogate e non esistono più e dunque si chiede ai cittadini di andare a votare sul nulla: comunque il governo si astiene dal prendere qualsiasi posizione al riguardo e si adeguerà alla volontà dei cittadini. Quindi davvero – ha sostenuto – l’esito del referendum non ha nulla, nulla a che vedere con la vita del governo”. Nessuna conseguenza dunque sul governo? gli chiede Maurizio Belpietro. “Gli italiani ci dimostreranno anche con questo voto di non volere il nucleare – ha concluso – e il governo prenderà atto della volontà dei cittadini”.

PREMIER RIPARTE DAL PDL MA VERIFICA-RIMPASTO INCOMBONO – Silvio Berlusconi riparte dal partito con la designazione di Angelino Alfano a segretario politico del Pdl. E subito si trova ad affrontare il nodo della costruzione della nuova leadership con un fronte, sempre più vasto, che guarda all’istituzione delle primarie. Intanto, si prepara a gestire la verifica di governo (tanto voluta da Giorgio Napolitano per fare chiarezza in una situazione politica divenuta sempre più caotica) calendarizzata dalla Camera per la quarta settimana di giugno. Un punto di partenza che dovrebbe portare anche ad un rimpasto divenuto, con il passare del tempo, sempre più complesso. Giusto il tempo di cambiare un po’ l’aria con la maratona di incontri internazionali che, in occasione della festa della Repubblica, hanno portato nella Capitale 80 delegazioni straniere, ed il Cavaliere si ritufferà quindi nelle ‘grane’ interne. Con il nuovo ruolo politico dell’attuale Guardasigilli che impone, tra l’altro, una decisione rapida sul sostituto del responsabile del ministero di via Arenula. La girandola dei nomi é già partita, la casella vuota ‘fa gola’ alle diverse anime del Pdl ma anche alla Lega. Oltre al vice presidente della Camera Maurizio Lupi (che resta in pole) e al ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, tra i ‘papabili’ qualcuno ipotizza anche l’attuale sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. Un nome gradito agli ex An in particolare al sindaco di Roma Gianni Alemanno che negli ultimi tempi non aveva risparmiato critiche al partito, invocando la convocazione del congresso nazionale. I boatos parlano anche di un pressing del Carroccio per Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia nel precedente governo Berlusconi. Ma circola anche l’ipotesi di affidare il ministero ad un tecnico. La scelta del nuovo Guardasigilli sarà l’occasione per nominare anche il ministro per le Politiche comunitarie, poltrona ancora libera dopo le dimissioni di Andrea Ronchi. Ma nell’agenda dell’esecutivo, in vista del cambio di passo invocato dagli alleati leghisti, ci sono anche le riforme economiche a partire da quella fiscale.

Che Berlusconi stia pensando ad una mossa ad effetto, Tremonti permettendo, come la riduzione della pressione fiscale, è probabile. Ma restano gli impegni del nostro paese per l’azzeramento del deficit entro il 2014, così come confermato dallo stesso Cavaliere nel corso dell’incontro di oggi a Villa Pamphili con Herman Van Rompuy. L’ufficio di presidenza del Pdl di ieri pur avendo impresso il cambio di passo, che tutte le correnti più ‘malpanciste’ chiedevano, non risolve in pieno i problemi nel partito e soprattutto non sembra, dalle prime reazioni, dare sfogo alla richiesta di una maggiore democrazia con il coinvolgimento della base. Dopo il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, a chiedere ufficialmente di ricorrere alle primarie per scegliere i dirigenti, il fronte favorevole inizia a crescere. Apre all’ipotesi Gaetano Quagliariello, vice presidente vicario del Pdl al Senato: “Per la sinistra – spiega – alle amministrative le primarie costituiscono ormai un evidente vantaggio, sarebbe autolesionistico da parte nostra continuare a lasciare che i nostri avversari ne detengano l’esclusiva”. Tra i favorevoli ci sono anche Domenico Nania, vice presidente del Senato e Alfredo Mantovano. A spingere poi perché si tengano le primarie è anche il direttore del Foglio Giuliano Ferrara mentre il Secolo D’Italia lancia un sondaggio per cambiare anche il nome del partito. Che qualcosa si muova su questo fronte è un dato di fatto tant’é che nel Pdl c’é anche chi ipotizza che dopo il tesseramento ed i congressi locali si possano tenere le primarie nazionali al posto del congresso. E se Berlusconi ancora non si pronuncia in modo ufficiale più di qualche fedelissimo non nasconde lo scetticismo per uno strumento ‘caro’ all’opposizione e da sempre criticato, Berlusconi in testa, dalla maggioranza.

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