Di Luigi Longo
Reggina fuori dalla serie B. Una pagina nera per il calcio e la democrazia
In Italia non contano le leggi dello Stato italiano ma quelle sportive. Dal consiglio di stato adotta due pesi e due misure
Era nella aria la decisione del consiglio di stato di non ammettere la reggina 1914 nel campionato professionistico della serie B. Una vergogna per uno stato di diritto non tenere conto delle leggi dello Stato Italiano. La perentorietà con il mancato pagamento delle spettanze alla lega calcio del 20 giugno, nasce da una decisione di un tribunale dello stato italiano, quello di Reggio Calabria. Infatti i giudici del fallimentare reggino avevano indicato il termine massimo del 12 luglio. Motivazione validissime non tenute in considerazioni. Perché? Presto detto la lega calcio non sopportava un omologa con il concordato preventivo di una squadra professionista. Un precedente deleterio che metteva a rischio l’intero sistema del calcio italiano. Una corporazione, il calcio che non accetta regole da nessun potere del Paese . Tranne quando deve chiedere soldi al Governo italiano ( vedi i decreti salva calcio ecc..). Bello esempio…La reggina e la sua provincia penalizzata per non disturbare gli affari milionari del calcio italiano. Ad ottobre si discuterà dell’omologa della Sampdoria, interessante capire in quel caso come si comporterà Federazione gioco calcio. Due pesi e due misure …deboli con i forti…forti con i deboli…viva l’Italia.