banner bcc calabria

Reggina, Taibi analizza l’attuale momento amaranto

banner bcc calabria

banner bcc calabria

di Antonio Spina

A poche ore dall’impegno casalingo, nel turno infrasettimanale, contro il Potenza, con il direttore sportivo della Reggina Massimo Taibi, avvicinato ai microfoni di Approdonews ringraziandolo per la sempre cortese disponibilità, si è approfondito l’attuale momento della squadra amaranto. Una piacevole chiacchierata dove si è discusso di tanti argomenti.

Direttore,a Siracusa la prestazione dal punto di vista del gioco non è stata ottimale. In attesa di crescere, sono arrivati lo stesso tre punti. Essere cinici è una caratteristica da grande squadra?
“Si, ma dobbiamo crescere non solo nel gioco, ma anche a livello fisico. Questa è una squadra che deve acquisire al più presto brillantezza perché abbiamo notato che in tante partite, nei primi tempi, non siamo mai brillanti come gli altri. Nei secondi quarantacinque minuti, invece, alcuni fattori come la nostra qualità, gli avversari che scendono di condizione, noi che aumentiamo l’intensità di gioco, fanno si che la partita cambi e, questo, non sempre può accadere. Non a caso contro il Catanzaro, siamo stati sotto nel primo tempo e abbiamo preso quattro gol oltre al rischio di prenderne altri due-tre”.

Il modulo che mister Drago predilige è un 4-3-3. Si potrebbe optare anche per 4-2-3-1?
“La squadra è stata costruita per questi due moduli e Drago sta seguendo la sua idea. Lo abbiamo preso perché sposava il nostro progetto e il nostro tipo di giocare. In sostanza i moduli a cui il mister farà riferimento sono questi, poi sarà lui a decidere volta per volta”.

Doumbia, Bellomo, Strambelli e Baclet. Tutti i nuovi acquisti subito in rete. Un suo pensiero in merito?
“Ad oggi, possiamo dire, che abbiamo indovinato tutti gli acquisti e, se poi, ci mettiamo anche la grande prestazione di Gasparetto di lunedì contro il Siracusa, possiamo dire di essere soddisfatti. Procopio deve crescere. E’ un ragazzo giovane del ’96 ed ha bisogno di un po’ di tempo in più rispetto agli altri per capire determinati meccanismi. E’ normale che sia così. Purtroppo, contro il Catanzaro è stato mandato allo sbaraglio ed ha fatto fatica. Nella partita di Siracusa nel primo tempo non si è espresso molto bene, mentre poi è cresciuto nella ripresa. Comunque, i nuovi acquisti hanno già dato un buon contributo come i vecchi”.

Tante le trattative portate avanti e concluse. La più complicata è stata quella di portare a tutti i costi Baclet a Reggio?
“Quella di Baclet, senza dubbio, è stata la più difficile perché il Cosenza non mollava. Fino all’ultimo ci ha fatto penare. Il calciatore voleva andar via e il suo atteggiamento non era sinonimo di pretattica. Il ragazzo aveva voglia di venire a Reggio.Quella di Doumbia è stata pure molto faticosa perché abbiamo dovuto spiegare che la società era cambiata, il progetto pure e c’era il Presidente Gallo, persone facoltosa che ha voglia di investire seriamente. Abbiamo dovuto fargli conoscere il Presidente ed abbiamo preso qualche giorno di tempo per dimostrargli, con i fatti, le reali intenzioni”.

Perché la scelta è ricaduta su Massimo Drago e non sugli altri profili che si stavano cercando?
“Il profilo che cercavo era 4-3-3 e 4-2-3-1. In giro erano rimasti quattro-cinque allenatori importanti. Di questi, chi faceva quel gioco li erano, al massimo, due-tre. Avevo parlato con Gautieri, ma ero più vicino a Gallo. Quando ho saputo che mister Drago potesse avere l’intenzione di accettare Reggio, non ci ho pensato due volte per intrattenere subito con lui un colloquio perché, nel frattempo, aveva rifiutato tante squadre in Lega Pro che lo avevano cercato prima di noi. Ci siamo incontrati a Gioia Tauro e, questa circostanza, mi ha fatto molto piacere. Il mister ha deciso di sposare la nostra causa dopo avergli spiegato il nostro progetto. Era dispiaciuto perché era costretto, a questo punto, a dire di no ad altri. Siamo riusciti, così, a superare il corteggiamento di altre società. Se si presenta l’occasione devi essere bravo a saperla cogliere. Il calcio è anche questo”.

Con l’avvento della nuova società, in pochissimo tempo, sono cambiati gli scenari. Idee chiare ed innovative, comunicazione, marketing, strutture. Sono questi i pilastri necessari nel calcio moderno?
“Avere risorse economiche è importante, ma se non hai spirito imprenditoriale ed idee precise i soldi servono a poco. Mettere solo i soldi non porta lontano nel mondo del calcio. Abbiamo la fortuna che Gallo oltre ad avere disponibilità economica è un imprenditore di primo livello. Le sue aziende parlano chiaro. Dà molto spazio al discorso mediatico e cura molto tutti i particolari. Sta cercando di riprendere il Granillo e il Sant’Agata a dimostrazione che è un imprenditore con una visione a 360° gradi. E’ molto competente, conosce i giocatori, è appassionato di calcio diventando, tra l’altro, un tifoso sfegatato della Reggina. E’ venuto a Reggio con tanto entusiasmo e, soprattutto, con l’umiltà giusta. In più, può contare su una spalla molto importante come Iriti”.