Reggio Calabria, Anna Nucera sulla questione scuole per l’emergenza coronavirus La chiusura delle scuole, necessaria per evitare il diffondersi del virus e per garantire la sicurezza agli alunni e al personale, si è scontrata con il diritto allo studio degli stessi alunni
L’emergenza Corona virus ha messo in discussione il Sistema Scolastico tradizionalmente inteso che vede nella classe e nella relazione alunno docente il suo fondamento.
La chiusura delle scuole, necessaria per evitare il diffondersi del virus e per garantire la sicurezza agli alunni e al personale, si è scontrata con il diritto allo studio degli stessi alunni.
La didattica a distanza è stata la soluzione che è riuscita a coniugare le due esigenze.
Molto in questi giorni si è detto sulla inefficienza del nostro sistema scolastico e sulla impossibilità di gran parte dei nostri alunni di poter accedere a queste attività formative.
Sicuramente le nostre Istituzioni Scolastiche sono state messe a dura prova, e le difficoltà iniziali non sono state poche ma i dati ottenuti del monitoraggio che su proposta del Garante Metropolitano per l’Infanzia e l’Adolescenza Mattia Emanuele, è stato effettuato dall’Ufficio Scolastico Regionale e dalla sua articolazione provinciale, nelle scuole reggine, ci regalano un quadro della situazione rassicurante. Negli Istituti Comprensivi il dato ci dice che il 70% degli alunni partecipa alla didattica a distanza. Del 30% che non partecipa il 15% non lo fa perché sprovvisto dei dispositivi. Se consideriamo che tutte le scuole hanno già fatto le gare per l’acquisto dei dispositivi necessari agli alunni per svolgere la loro attività, (D.L. 17 Marzo 2020) questo dato dovrebbe diminuire, o azzerarsi completamente.
Rimane un 15% che avrà altri problemi che andranno analizzati caso per caso dai docenti. Il dato invece che ci preoccupa è il 50% degli alunni diversamente abili che non partecipano e qui occorre un intervento specifico che va calibrato su ogni alunno.
Per le Secondarie di secondo grado il dato è più incoraggiante perchè a partecipare è il 90% degli alunni e il 10% è fuori perché privo dei dispositivi necessari. Considerando che le scuole stanno provvedendo con i fondi ministeriali all’acquisto dei dispositivi che saranno consegnati agi alunni sprovvisti, mi pare che il dato possa ritenersi ottimo.
Rispetto agli alunni diversamente abili la non partecipazione del 7% di loro ancorchè bassa comunque va recuperata perché nessuno deve rimanere escluso dal diritto allo studio.