Reggio Calabria città metropolitana: il punto di vista dell’assessore provinciale all’urbanistica
redazione | Il 20, Lug 2012
Ecco l’opinione di Giuseppe Pirrotta
Reggio Calabria città metropolitana: il punto di vista dell’assessore provinciale all’urbanistica
Ecco l’opinione di Giuseppe Pirrotta
Avanti tutta per la Città Metropolitana di Reggio Calabria, per la quale, ai fini di ridurre la spesa senza tagliare le prestazioni, il recente Decreto del Governo sullo “Spending Review “, ha inteso accelerare la costituzione (alla pari di altre nove Città italiane), entro il primo gennaio del 2014. Questo il punto di vista dell’assessore provinciale all’Urbanistica Giuseppe Pirrotta. La creazione della Città Metropolitana, nella nostra provincia, comporterà una vera e propria “rivoluzione” culturale e territoriale. Nonostante i potenziali evidenti vantaggi insiti in tale operazione intendo almeno per il momento sorvolare sulla legittimità che una tale operazione di architettura istituzionale possa essere “decretata” solo sulla mera base di un taglio di costi (in verità esigui, rispetto a quelli di altri enti locali).
In virtù, però, della delega istituzionale assegnatami dal Presidente Raffa, in materia di pianificazione e assetto territoriale, nonché di urbanistica, si preferisce qui porre alcuni quesiti, nel tentativo di offrire un contributo utile al grande dibattito in auge.
Primo quesito, e credo riguardi la maggioranza di tutti noi, che cos’è esattamente una città metropolitana? Per come alcuni esperti, urbanisti, economisti e giuristi per lo più, ce l’hanno fin qui spiegata, si tratta di una grande area di cui fanno parte il comune più grosso e quelli più piccoli che gravitano nel suo hinterland, e al quale sono legati da ragioni economiche, sociali, culturali e di servizio. Sapevamo, come ancora sappiamo, che la proposta di istituzione spetta al comune capoluogo e alla provincia, su iniziativa congiunta o separata e che, successivamente, deve svolgersi un referendum confermativo, previo parere della Regione. L’iter, infine, prevede l’istituzione di ciascuna Città Metropolitana ad opera di alcuni decreti legislativi. Si avrebbe così un consiglio provvisorio della Città Metropolitana, composto dai sindaci dei comuni interessati. Non molto tempo fa, a livello istituzionale, si era infatti anche insediata la Commissione speciale mista – paritetica Governo – Regioni – Enti Locali, con il compito di elaborare una proposta di riordino in tal senso. In conclusione, con la nascita delle città metropolitane e di conseguenza il riordino dell’amministrazione periferica dello Stato, si eliminano tutte quelle spese derivanti dalla sovrapposizione di enti ed organismi che svolgono le stesse funzioni. Il risultato è quindi evidente: semplificazione degli assetti istituzionali locali, riduzione della spesa pubblica e investimento di queste risorse recuperate per rilanciare l’economia, senza tralasciare l’aspetto della semplificazione burocratica. In tale ottica, si è pertanto inserito l’articolo 18 del recentissimo Decreto Legge sullo “Spending Review 2”.
A questo punto – e con tale forzatura legislativa – è naturale ed obbligatorio che si attivi (come in parte avviata) quella grande sinergia (che oggi più che mai deve essere di tipo operativo) fra Provincia di Reggio Calabria e Comune Capoluogo. Entrambe, insieme anche ad altri soggetti – tutti i Comuni della Provincia che dovrebbero fare parte della Città Metropolitana e i vari Attori sociali ed economici presenti sul territorio – hanno difatti lo stesso obiettivo, nell’interesse dei cittadini. Certo, non siamo così sicuri che Reggio Calabria sia una città con la vocazione precipua ad essere governata a livello metropolitano, poiché il cambiamento è alquanto forte, pur se in parte un po’ sperimentato già dalla Provincia, ad esempio attraverso la costituzione dei Circondari. Allo Stato, però, questo poco interessa, così come chi sarà il suo futuro interlocutore, se il Sindaco di Reggio Calabria o il Presidente della Provincia, Egli/Ella sarà il/la solo/a “Sindaco metropolitano”.
La seconda domanda che qui ci poniamo, riguarda se l’istituzione della Città Metropolitana comporterà veramente dei risparmi e non solo in termini economici. Probabilmente, con la Città Metropolitana potrebbe essere data maggiore concretezza alle esigenze dei cittadini, a cui però devono essere offerti servizi sempre migliori unitamente a meno frammentazioni ed a una visione territoriale di area vasta, per finalmente dare soluzioni a tematiche da sempre prioritarie per il governo del territorio. L’ambiente, i trasporti, le infrastrutture viarie, i porti, l’aeroporto, la produttività, il lavoro, la cultura, il turismo, eccetera, devono infatti essere governati da un’istituzione più vasta, e non dal singolo – piccolo o grande – comune che sia. La scommessa dello sviluppo della nostra provincia è purtroppo da sempre e da tanto, considerata in maniera negativa e molto lontana dall’essere realtà, laddove da decenni si parla di viabilità carente, depuratori mal funzionanti, strutture ricettive assenti o carenti, abusivismo selvaggio, spreco di risorse territoriali ed economiche, cattivo uso dei fondi europei e così via. Quindi ci si chiede se è questo il “tessuto”, “l’ossatura”, su cui ci si appresta a istituire la futura Città Metropolitana, e se così – ahinoi – sembra sia, come si potrà qualitativamente “governare” tutto ciò?
Terzo quesito: quali sarebbero invece i principali cambiamenti per i cittadini dei comuni più piccoli della Provincia inglobati nella Città Metropolitana di Reggio Calabria? Quali rischi e problematiche questi dovranno realmente affrontare? In verità, tutti i cittadini di ogni piccolo comune già si trovano a fare i conti con tante problematiche, alla pari di quelli di una Città, infatti i Sindaci recriminano proprio su questo, ovvero avere gli stessi problemi di una città, ma non la stessa attenzione. Con la Città Metropolitana non sarà più così, perché è vero che le tematiche e le problematiche saranno governate su vasta scala, ma in un territorio come il nostro, dove ci vuole meno tempo per andare a Roma che a Monasterace o a Stilo, è necessario ancora chiedersi come riuscire a calibrare un corretto ed efficiente modello di governance. E’ questo che il territorio interessato dalla Città Metropolitana chiede realmente alle Istituzioni ivi coinvolte. Un confronto maggiore, per una migliore comprensione dell’intero processo che lo vede interessato, per dare risposte certe alla Popolazione, meglio agli oggi semplici Cittadini, ma molto presto anche futuri “Metropolitani”. In un volo pindarico, comunque affascinante, che “prende” tutti coloro che studiosi o meno si confrontano sull’argomento, e dei quali con grande interesse ho letto in questi mesi, a volte condividendo le tesi a supporto, ci si chiede se non sia riduttivo il ruolo assegnato a Reggio Calabria e al suo territorio di sola Città Metropolitana, rispetto a quello che invece potrebbe avere nell’Area Metropolitana dello Stretto, e perché no, nella Regione dello Stretto. La sua competitività – nel Mediterraneo e con altre Città di questo bacino geografico – può veramente esistere ed è auspicabile, laddove la sua programmazione e ancorchè pianificazione territoriale, diventino non solo ambiziose, ma in esso integrate. E’ in tal senso che l’Istituto Tagliacarne, nel 2009, come da altri precedentemente citato, ha effettuato un importante Studio socio-economico, evidenziando i punti di forza e di debolezza (SWOT Analisi) che caratterizzano l’intera Area dello Stretto, ma e solo così che le stesse informazioni possono a noi tornare utili, quali quella riguardante la relazione esistente fra il Porto di Gioia Tauro e quelli di Messina e Milazzo, ma perché no anche di Malta. Che dire poi circa la collocazione dell’Aeroporto dello Stretto (e non solo di Reggio Calabria)? Ovvero, sul suo assetto futuro nella e per la Città Metropolitana? In tal senso, è ovviamente obbligatoria una pianificazione integrata, a rete, del sistema dei trasporti della provincia, congiuntamente a quella che si avanza per l’area complessiva dello Stretto, in ciò che viene definito come una “testa di ponte”, nella programmazione strategica nazionale del Ministero delle infrastrutture e del territorio.
Ciò detto, negli anni, in tale ottica di programmazione, qualsiasi lettura sia finora stata effettuata, tutte hanno convenuto verso un disegno territoriale di tipo integrato della città di Reggio Calabria e della sua provincia, nell’ambito, però, dell’Area dello Stretto, con anche Messina, Siracusa e Ragusa. La strategia di sviluppo (quella vera, e che finalmente si auspica possa essere raggiunta) per la nostra provincia, a questo punto, altro non può che basarsi sul binomio turismo-cultura. La Regione in tal senso, molto sta facendo, dal punto di vista della programmazione, ad esempio con il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile 2011/2013 e con il QTR/P, (Quadro Territoriale Regionale/Paesaggistico), così come, coerentemente con essi, sta facendo il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), la cui attuazione mi vede personalmente ed istituzionalmente impegnato. Concludendo, il percorso per la costituzione della Città Metropolitana è sicuramente una sfida, irta di ostacoli, che necessita il contributo di tutti noi, istituzioni e non. Abbiamo bisogno, però, che l’expertise tecnica – soprattutto locale – ci supporti, poichè abbiamo sul nostro territorio valide, brillanti ed alte professionalità, da obbligatoriamente coinvolgere, nelle varie materie relative alla programmazione e alla pianificazione territoriale ed economica della futura Città Metropolitana. Professionalità, che in quel tavolo tecnico che Provincia e Comune Capoluogo si accingono a costituire, non possono mancare, in quanto, quello che ci accingiamo a fare, altro non è – e non è cosa da poco – che un’operazione di policy – making locale, strategica e coordinata, strettamente connessa con la cultura e le potenzialità del nostro territorio, che però tocca la “vita e le abitudini” della nostra gente, e non una mera “sperimentazione” scientifica di cosa si desidererebbe o potrebbe essere.
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