Reggio Calabria, da “La manif pour tous” un secco no al registro delle unioni civili Il comunicato dell'associazione reggina dopo che il sindaco Falcomatà aveva aperto all'ipotesi di istituire un registro delle unioni civili per le coppie di fatto
A distanza di qualche giorno dall’insediamento del nuovo Consiglio comunale di Reggio Calabria, da cittadini vogliamo esprimere la nostra forte preoccupazione per la volontà, da parte del neo sindaco Falcomatà, di istituire un registro delle unioni civili per le coppie di fatto. Volontà ribadita nel suo discorso d’apertura del primo nuovo Consiglio Comunale.
Questa volontà, sulla carta, intenderebbe tutelare e sostenere le unioni civili equiparandole alla famiglia fondata sul matrimonio. In realtà, un’eventuale registro delle unioni civili, oltre a creare una ingiusta e discriminante – per le famiglie – equiparazione, diventerebbe uno strumento inutile e senza alcuna valenza giuridica. Questo perchè la potestà di disciplinare situazioni di diritto familiare non rientra nell’autonomia regolamentare degli enti locali, ed è pacifico affermare che i Comuni non hanno alcuna competenza per creare un nuovo “status” personale dei loro cittadini. L’art. 117 comma 2 lettera i) della Costituzione, infatti, riserva esclusivamente al Parlamento la materia “stato civile e anagrafi”, e non a caso una recente circolare del Ministero degli Interni conferma l’infondatezza di questi registri arbitrariamente istituiti da alcuni Comuni italiani. D’altronde, l’inutilità di questi registri è evidenziata anche dal fatto che le cosiddette coppie di fatto, nel nostro ordinamento giuridico, godono già della maggior parte dei diritti riconosciuti alle coppie coniugate e non hanno bisogno di un registro che non dà loro alcun ulteriore diritto, in quanto irrilevante giuridicamente. Invece, a proposito di un eventuale rafforzamento dei diritti civili, occorre piuttosto un ampio dibattito, non ideologizzato e che coinvolga le sedi e gli enti opportuni.
Non vorremmo, quindi, nel corso di questa rinnovata amministrazione comunale, la quale subentra ad un brutto periodo di commissariamento, essere costretti a denunciare una evidente operazione di illegalità che si presta esclusivamente ad una finalità ideologica e simbolica. Ci auguriamo, pertanto, che il nuovo sindaco vorrà distinguere la propria azione amministrativa per il rispetto delle regole democratiche che l’Italia condivide nella sua Carta Costituzionale. A tal proposito saremo delle belle ed attente Sentinelle, e chiediamo pubblicamente la possibilità di avere un incontro per discutere in merito a queste tematiche.