Reggio Calabria: il grido di dolore di una città sofferente
redazione | Il 30, Set 2011
Il PD reggino condivide il grido di dolore lanciato in questi giorni da numerose forze economiche, produttive e sociali cittadine, stremate, tutte, da una situazione non più sostenibile
Reggio Calabria: il grido di dolore di una città sofferente
Il PD reggino condivide il grido di dolore lanciato in questi giorni da numerose forze economiche, produttive e sociali cittadine, stremate, tutte, da una situazione non più sostenibile
REGGIO CALABRIA – Il PD reggino condivide il grido di dolore lanciato in questi giorni da numerose forze economiche, produttive e sociali cittadine, stremate, tutte, da una situazione non più sostenibile.
La nostra città vive, infatti, una crisi senza precedenti. Tutti i settori e gli ambiti di attività, pubbliche o private, conoscono difficoltà oramai insormontabili.
Agli effetti di scelte governative penalizzanti ed antimeridionali operate negli anni da Berlusconi e di un federalismo a la carte particolarmente punitivo verso il Sud, si sommano le conseguenze devastanti di un “modello” amministrativo locale autoincensatore benchè palesemente fallimentare.
Le casse perennemente vuote, il fermo della burocrazia comunale, gli zero investimenti in opere pubbliche, la scomparsa ed il blocco degli strumenti di pianificazione urbanistica e della mobilità.
Lo affermano in questi giorni, con toni giustamente allarmati, l’Associazione dei Costruttori, l’Unione dei Piccoli Proprietari, gli operatori del Terzo Settore, i dipendenti di Leonia, Multiservizi e Acquereggine, il Comitato degli Ordini Professionali: forze fondamentali e spina dorsale produttiva e sociale di Reggio.
Il PD, ben consapevole della gravità della situazione, aveva già espresso la propria preoccupazione, ricevendo in cambio dal centro destra attacchi personali e sberleffi, risposte nel merito mai.
Tuttavia, la fotografia odierna conferma, purtroppo, le nostre denunce ed i nostri allarmi.
Se, anziché pensare a costruire ed alimentare la ragnatela del potere e le carriere personali a discapito degli interessi generali della collettività, gli amministratori e la classe politica del centro destra in questi anni si fossero fermati per un attimo ed agito con ponderazione, oggi probabilmente la città non sarebbe ridotta in queste condizioni.
Ad ogni modo, a noi interessa l’individuazione di una possibile via d’uscita per Reggio, ribadendo ancora la disponibilità a ricercare e condividere soluzioni ed iniziative, responsabilmente nell’esclusivo interesse dei reggini e del loro futuro.
Per fare questo non si può sfuggire dalla necessaria ricerca della verità: entità della mole debitoria del Comune in primis.
Negare non serve, basta ipocrisie e falsità, basta tavoli tecnici e piani di rientro annunciati, mai sostenuti e, come sarà presto evidente, poco sostenibili.
Oramai è chiaro a tutti che la strada a tutt’oggi perseguita appartiene ad una improvvida tattica del rinvio, che non fa altro se non acuire ed aggravare i problemi.
Gli annunci ad effetto non bastano più, né si può pretendere di fare le nozze con i fichi secchi. Le imprese hanno bisogno di certezze, i lavoratori degli stipendi ogni mese, le cooperative delle spettanze arretrate, i professionisti di vedere saldate le loro parcelle.
Facciamo appello alla città intera, ai diversi livelli di responsabilità istituzionale e politica, ai singoli ed alle associazioni. Occorre esigere un’operazione verità per fare uscire Reggio dalle sabbie mobili nelle quali è stata precipitata e far ripartire la programmazione del suo futuro. Il tempo degli slogan è finito, il prezzo del “modello” lo stiamo già pagando, la città ha bisogno di rialzarsi.