Reggio Calabria, l’assessore alla Cultura Nardi replica al consigliere Maiolino «Polemiche strumentali a pochi giorni da Expo. Protocollo fermo dal 2009»
“Il consigliere comunale Maiolino tenta goffamente e strumentalmente, cosa che gli riesce benissimo, di difendere il completo fallimento del protocollo stipulato – per sua stessa ammissione – nel lontano 2009 tra la giunta Scopelliti e la giunta Moratti”. Lo afferma l’assessore alla Cultura del Comune di Reggio Calabria, Patrizia Nardi, che prosegue: “Tale documento, di cui oggi, alla luce della mia modesta esperienza nel campo delle politiche culturali, non riesco a cogliere l’importanza, è rimasto sulla carta senza che la stessa amministrazione che l’aveva sottoscritto, e non era un’amministrazione di centro-sinistra, facesse nulla per dargli attuazione. Eppure il tempo lo avrebbe avuto, e anche le risorse. Quel protocollo sarebbe potuto essere una buona piattaforma da cui partire, ma a nulla serve parlarne (strumentalmente?) a pochi giorni da Expo, visto che non gli era stato assegnato peraltro alcun capitolo di spesa”.
“Forse il ruolo di consigliere comunale non basta a Maiolino – dice ancora Nardi – per comprendere come ci si comporti all’interno delle istituzioni. Forse la frequentazione, passata e recente, dei corridoi di alcuni palazzi non è stata sufficiente per fargli capire che i contenuti di una lettera riservata istituzionale, sono, appunto, non ostensibili. Il senso della nota, che sarò io stessa a dare alla stampa, non era quello di fare differenziazioni di alcun genere, caduta di stile che non appartiene al mio modo di fare, ma di richiamare l’attenzione di Maiolino sulla necessità di verificare nel futuro le informazioni prima di fare articoli strumentali sui giornali”.
Patrizia Nardi, “nel merito delle accuse” che le vengono mosse e che “non hanno bisogno di particolari commenti”, rileva che “quel protocollo ciclostilato, firmato da tante città italiane e rimasto spesso lettera morta, è servito solo per garantire a qualcuno un po’ di propaganda politica e un po’ di visibilità. Come quella che oggi Maiolino cerca, negando ciò che è sotto gli occhi di tutti: finalmente questa città si sta dotando, nonostante le innumerevoli difficoltà non solo finanziarie, di una politica culturale che abbia fondamenta solide e che passi attraverso le politiche di risultato, guardando ai protocolli di lavoro, alla veicolazione di fondi su importanti progetti di valorizzazione del patrimonio, all’inserimento della Città in contesti progettuali nazionali di grande spessore e in contesti internazionali di prestigio, anche in ambito universitario. Tutto questo in soli quattro mesi, nonostante il famoso piano di riequilibrio di cui Maiolino dovrebbe conoscere bene l’origine. Gli sarebbe bastato leggere i giornali o bussare alla mia porta per informarsi – conclude l’assessore alla Cultura – come da mesi fa la Città che vuole tornare ad avere una prospettiva”.