Reggio, sigilli ai gazebo abusivi sul Lungomare Carabinieri e Guardia costiera in azione. Assessore Mattia Neto: «Sempre prediletto il dialogo, ma il rispetto delle regole è imprescindibile»
Eccellente sinergia tra i militari della Compagnia Carabinieri e quelli della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, che nell’ambito di un servizio di tutela del territorio finalizzato al contrasto dell’abusivismo su suolo demaniale, hanno, in località Sorgente del Comune di Reggio Calabria, posto d’iniziativa sotto sequestro penale un chiosco con pertinenti aree asservite nonché alcune strutture in legno per un totale di circa 60 mq, realizzati ed utilizzati senza alcun titolo autorizzativo da privati a scopo commerciale.
Nel dettaglio, si specificano le attività compiute:
I militari della Stazione Carabinieri Modena congiuntamente al personale militare della Guardia Costiera di Reggio Calabria constatavano su una porzione di arenile a circa 50/70 m. dall’argine SX del torrente Sant’Agata, la presenza di una struttura in materiale ligneo di recente realizzazione utilizzata per la rivendita di bevande ed alimenti. Adiacente ad essa, era stata realizzata un’area, opportunamente delimitata con staccionata in legno, per collocare tavolini e sedie e quindi offrire un punto di ristoro alla clientela.
Poco più verso valle, erano presenti inoltre altre opere in legno ed era stato ricavato, mediante l’installazione in verticale di un tubo in pvc, un pozzo per estrarre dal sottosuolo l’acqua per mezzo di una pompa ad immersione ivi collocata.
Dall’accertamento emergeva che l’utilizzatore manteneva abusivamente le strutture su demanio fluviale, senza la prescritta autorizzazione in violazione all’artt. 633 e 639 bis del codice penale, art. 142 e 181 D.L.vo 42/2004 “codice dei beni culturali e del paesaggio”, occupando un’area di complessivi mq. 60 circa.
I militari hanno altresì constatato la presenza di alcuni cartelli affissi all’interno della struttura riportanti i prezzi delle bevande e dei cibi in vendita, circostanza che di fatto conferma che le strutture erano utilizzate per trarne profitto economico.
Per quanto accertato, al fine di assicurare che le tracce e le cose pertinenti il reato venissero conservate e che lo stato dei luoghi e delle cose non venisse mutato prima dell’intervento dell’A.G., i militari procedevano d’iniziativa al sequestro penale senza facoltà d’uso delle sopracitate strutture/attrezzature/beni consegnate per la custodia all’indagato.
Nell’ambito della stessa attività, venivano altresì poste sotto sequestro a carico di ignoti, altre due strutture abusive, ricadenti su demanio fluviale e demaniale,consistenti in un manufatto in legno con copertura in telo di colore verde e cannucciato di bamboo e gazebo con struttura metallica adibito a punto d’ombra. Per tali opere sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati all’individuazione dei responsabili del fatto reato perseguito in violazione agli artt. 633 e 639 bis del codice penale, art. 54 e 1161 codice della navigazione, art. 142 e 181 D.L.vo 42/2004 “codice dei beni culturali e del paesaggio”.
Le attività di controllo del territorio al fine di garantire il rispetto della legalità proseguiranno in sinergia su tutto il litorale reggino.
L’Assessore Mattia Neto: «Sempre prediletto il dialogo, ma il rispetto delle regole è imprescindibile»
Sono stati apposti questa mattina i sigilli ai cinque dei gazebo posti sul Lungomare di Reggio Calabria. Le strutture erano state già oggetto dello stesso provvedimenti circa un anno fa, per mancato pagamento della tassa di occupazione suolo pubblico. Con sentenza depositata il 13 maggio 2016, la sezione reggina del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, presieduta dal Giudice Roberto Politi, aveva definitivamente respinto i ricorsi presentati dai titolari delle strutture, riconoscendo all’Amministrazione comunale di aver dimostrato, negli anni, di tenere in considerazione la situazione di difficoltà economica adottando una serie di delibere finalizzate a venire incontro alle esigenze degli operatori e condannando i ricorrenti al pagamento delle spese di giudizio in favore del Comune.
Dopo la sentenza del Tar, a seguito dei successivi confronti con gli operatori, lo scorso 6 giugno 2016 l’Amministrazione comunale aveva riaperto i termini di richiesta di rateizzazione, fissando il limite entro dieci giorni successivi alla pubblicazione della nuova delibera adottata dalla Giunta. La condizione per l’ulteriore opportunità di rateizzazione concessa, era il pagamento del 5% del totale del debito dovuto dagli operatori, a differenza di quanto sancito dalla delibera dello scorso anno che prevedeva il pagamento immediato del 30% di quanto dovuto. Nonostante le successive interlocuzioni, poiché nessuna polizza fideiussoria idonea era pervenuta al settore Attività Economiche e Produttive, gli uffici competenti hanno provveduto a notificare ai titolari delle strutture il dispositivo di apposizione sigilli per dare esecuzione alla sentenza del Tar. Infine, lo scorso 1 luglio 2016, uno degli avvocati, in rappresentanza delle strutture, ha richiesto una proroga per la formalizzazione della polizza. La proroga è stata concessa fino al 7 luglio ma ad essa non è seguito alcun atto, fino a questa mattina quando, dando seguito al dispositivo di cui alla sentenza del Tar, gli agenti della Polizia Municipale hanno apposto i sigilli alle strutture. L’attività della Polizia Municipale proseguirà nei prossimi giorni per il controllo e la verifica dei rimanenti pubblici esercizi.
«Dopo la sentenza del Tar che ha certificato il corretto operato dell’Amministrazione – ha dichiarato l’Assessore alle Attività Produttive Mattia Neto – abbiamo concesso agli operatori tutte le opportunità per ritornare nei canoni della legalità, dando la possibilità di un’ulteriore procedura di rateizzazione di quanto dovuto al Comune».
«Siamo stati sempre disponibili – ha aggiunto l’Assessore – e la sentenza del Tar, nel suo contenuto, lo ha riconosciuto ampiamente, dando atto all’Amministrazione di “aver mostrato negli anni di tenere in considerazione tale situazione, se ed in quanto derivante dalla sfavorevole congiuntura economica e dall’indiscussa necessità di aumentare le aliquote […] adottando una serie di delibere finalizzate a venire incontro alle esigenze degli operatori di settore”».
«E’ chiaro che nel tempo abbiamo sempre prediletto la via del dialogo, dimostrandoci aperti a tutte le esigenze che ci sono state sottoposte. Ma la disponibilità dell’Amministrazione non può prescindere dal rispetto delle regole e dalla legalità dei procedimenti, presupposti che stanno alla base della democrazia».