Reggio, il progetto Macramè e l’esperienza di Atene Esperienza unica per i ragazzi che hanno visitato la città greca
Emozionati, arricchiti e con occhi nuovi per leggere l’attualità ed il mondo che li circonda. Così i ragazzi e le ragazze che, nell’ambito del Progetto Macramè, hanno vissuto un’esperienza unica ad Atene dal 2 all’8 febbraio. Per restituire ai propri coetanei ed alla città il senso e la ricchezza di questa esperienza si sono incontrati lunedì 6 marzo presso il Campus Scolastico San Vincenzo de’ Paoli di Reggio Calabria. L’istituto San Vincenzo, diretto dal prof. Bruno Demasi, è partner del Progetto Macramé, finanziato dalla “Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale” nell’ambito del “Piano Azione Coesione – Giovani no profit”.
Sono 21 i ragazzi che, accompagnati dai formatori di Macramé, hanno partecipato al viaggio ad Atene per formarsi alla cooperazione internazionale e conoscere da vicino la realtà di accoglienza e solidarietà con cui collabora anche la Caritas di Reggio Calabria, prestando servizio presso la “Neos Kosmos Social House”. Undici gli studenti del Campus Scolastico San Vincenzo de’ Paoli di Reggio Calabria , 10 dell’Istituto Superiore Gemelli Careri di Oppido Mamertina, accompagnati da Giuggi Palmenta, Antonello Comi e Valentino Scordino, dell’associazione “Maestri di Speranza”, partner del progetto.
Dopo aver mostrato un video che racchiude l’esperienza appena vissuta, i ragazzi e le ragazze dell’istituto reggino hanno raccontato degli incontri con la comunità siriana e con quella armena, con i senzatetto a cui hanno portato un pasto caldo ed un sorriso, e con le migliaia di profughi ad Hellinikon, vecchio aeroporto internazionale di Atene, assistiti dalla Caritas e da diverse organizzazioni non governative. Esperienze queste che hanno lasciato un segno indelebile – come gli stessi ragazzi hanno raccontato – e che hanno orientato il loro sguardo verso una politica di accoglienza e di partecipazione civile.
«Le persone che abbiamo incontrato non hanno nulla, le loro vite sono in bilico, affrontano viaggi di speranza e, nonostante questo, sono ancora capaci di sorridere», racconta Jaunty. «Noi tutti spesso ci lamentiamo – dice Manuel -, ma non sappiamo davvero cosa sia una vita difficile. Ciò che mi porto di questa esperienza sono soprattutto i momenti di gioco e divertimento con i tanti profughi che abbiamo incontrato». La “Neos Kosmos Social House”, infatti, è un centro dedicato alle famiglie, luogo di accoglienza per le situazioni più difficili, casa famiglia, punto di incontro e di formazione per i giovani e tanto altro, dove i ragazzi reggini hanno prestato servizio e costruito ponti, e non innalzato muri, alle relazioni umane. «Stringere un legame profondo con le persone. Anche questo è il volontariato», commenta qualcuno. «Profughi non più come numeri da ascoltare ai Tg, ma soprattutto persone», ha aggiunto qualcun altro.
Insegnamenti importanti, piccoli semi di pace – come li ha definiti Scordino – che oggi più che mai è necessario proseguire anche sul territorio reggino. Il Progetto Macramè è stato per tanti giovani una palestra per fortificarsi sui temi dell’accoglienza, del servizio sociale e della cittadinanza attiva. «Si conclude il progetto – sottolinea Saverio Pazzano -, ma si parte per una nuova strada con la speranza che l’effetto positivo di questa esperienza si possa moltiplicare in città».