Il Consiglio dei ministri scioglie il Comune di Reggio per infiltrazioni mafiose
redazione | Il 09, Ott 2012
Dietro la scelta, la vicenda della Multiservizi e almeno altre tre indagini che hanno riguardato esponenti dell’amministrazione cittadina
Reggio, l’attesa è finita: il Consiglio dei ministri scioglie il Comune per infiltrazioni mafiose
La decisione arriva al termine della seduta del governo. A casa sindaco, giunta e consiglio comunale: scatta il commissariamento per un periodo di almeno 18 mesi. Dietro la scelta, la vicenda della Multiservizi e almeno altre tre indagini che hanno riguardato esponenti dell’amministrazione cittadina
REGGIO CALABRIA – L’attesa decisione del Consiglio dei ministri sul futuro del consiglio comunale della città dello Stretto è arrivata. Scioglimento per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività amministrativa. Un macigno sulla politica reggina e sulla città che incassa una decisione che in più occasioni il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha definito «sofferta».
Lo scioglimento del civico consesso – con conseguente commissariamento per un periodo di almeno 18 mesi prorogabili a 24 – del Comune trae la sua origine soprattutto dalla vicenda della Multiservizi, la società partecipata del comune finita al centro di una serie di inchieste della Dda in quanto ritenuta fortemente infiltrata dalla cosca Tegano e successivamente sciolta dalla giunta Arena. Ma non solo: solo almeno tre le vicende personali direttamente collegate all’attività di esponenti di primo piano del consiglio comunale o della giunta eletti appena lo scorso anno. In particolare, emergono la posizione del consigliere Giuseppe Plutino, le intercettazioni riguardanti l’assessore Pasquale Morisani e la presenza al funerale del boss Domenico Serraino del presidente del consiglio comunale Sebi Vecchio.
Giuseppe Plutino fu arrestato lo scorso 21 dicembre con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiose nell’ambito dell’operazione condotta dalla squadra mobile di Reggio, in quanto ritenuto «concorrente esterno della cosca Caridi» avendo fornito «un concreto, specifico, consapevole e volontario – recita il capo di accusa – contributo alla stessa come referente politico del sodalizio, destinatario delle preferenze elettorali ricevute sia dagli affiliati, sia da parte di terzi ma raccolti in suo favore dagli esponenti della cosca con particolare riferimento a quelle per l’elezione del consiglio comunale di Reggio Calabria del maggio 2011».
La figura dell’assessore Pasquale Morisani appare, invece, probabilmente correlata allo scioglimento in relazione ai contatti che dell’esponente politico sorpreso con il boss Santo Crucitti. Morisani risulta essere stato intercettato presso l’impresa del boss dove si è recato nel corso della campagna elettorale.
Infine, per quanto concerne il presidente del consiglio comunale Sebi Vecchio “l’imbarazzo” nasce dalla presenza nelle carte del processo contro i Serraino di una relazione di servizio relativa ai funerali del boss Domenico Serraino. Secondo quanto si apprende nella informativa, alle esequie di don “Mico era presente l’allora assessore comunale di Reggio Calabria Vecchio, agente in aspettativa della Polizia di Stato e, appunto, attuale presidente del Consiglio comunale della Città dello Stretto. Il funerale balzò agli onori della cronaca perché nonostante il divieto di funerali pubblici ordinati dall’allora questore Carmelo Casabona davanti alla chiesa si presentarono a migliaia. Domenico Serraino, di 65 anni era ai domiciliari da quando in carcere gli era stata diagnosticata una malattia incurabile. In precedenza era stato condannato a 30 anni di reclusione per associazione mafiosa ed omicidio reati risalenti tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90.
LA RICOSTRUZIONE
A gennaio l’arrivo della commissione d’accesso che ha riscontrato le infiltrazioni mafiose a Reggio
REGGIO CALABRIA – La decisione sul futuro del civico consesso della città dello Stretto è giunta al termine del Consiglio dei ministri odierno. Una decisione «sofferta» come dichiarato pochi giornio fa dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri a Piacenza alla Festa del Diritto. Si è svolto un «esame approfondito e sofferto» che ha portato ad una scelta assunta «nella massima buona fede» frutto di un vero e proprio esame «di coscienza» della titolare del Viminale. In sostanza, ha detto Severino, «uno dei provvedimenti più difficili da adottare nel contesto di una regione molto delicata, in un Comune capoluogo di provincia dove i cittadini si sono espressi, con un’amministrazione in carica da poco tempo».
L’arrivo della commissione di accesso agli atti al comune di Reggio Calabria risale allo scorso 21 gennaio 2012 quando l’allora prefetto di Reggio, Luigi Varratta, ha proceduto alla nomina ufficiale dei tre componenti incaricati di accertare la sussistenza di eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Demetrio Arena. Il pool, composto da Valerio Valenti, viceprefetto, Teresa Pace, dirigente dell’Amministrazione civile del Ministero dell’Interno, e Michele Donega, ufficiale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, aveva il compito di verificare se quanto già scoperto dalla Dda di Reggio aveva anche avuto un peso nelle scelte del Comune. Al centro delle attenzioni della squadra ci sono state le municipalizzate, gli appalti e le forniture. Mentre il sindaco Demetrio Arena affermava che «l’amministrazione comunale non ha nulla da temere rispetto all’ispezione disposta dal Prefetto», il gruppo di lavoro proseguiva nella sua analisi degli atti. Nel frattempo, la giunta Arena procedeva alla messa in liquidazione della società Multiservizi al centro delle inchieste della Dda che di fatto hanno provocato l’arrivo della commissione di accesso agli atti.
Lo scorso 14 luglio il nuovo step nella scansione istituzionale dell’iter di accertamento di infiltrazioni mafiose, la consegna della relazione della commissione d’accesso al prefetto, Vittorio Piscitelli, che nel frattempo ha sostituito Varratta quale responsabile dell’ufficio territoriale del governo.
Nei successivi 45 giorni il prefetto ha formulato la sua proposta al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, che prenderà la decisione finale sottoponendola all’approvazione del Governo. La relazione della commissione, secondo quanto si è appreso, si compone di circa 400 pagine e contiene un’accurata analisi della situazione gestionale dell’ente.
Alcune settimane fa l’appello del sindaco Arena che rivolgendosi al governo e in particolare al ministro ha chiesto che la decisione sul futuro del civico consesso giunga in tempi rapidi perché «non possiamo – afferma il primo cittadino – ancora a lungo trascinarci in questo clima di incertezza che ha già provocato danni all’immagine, perdita di credibilità, di potere contrattuale: la città non può più aspettare. Reggio deve riprendere il suo cammino». Immediata, infine, giunse la risposta del ministro Cancellieri la quale precisò che «la decisione sullo scioglimento di Reggio Calabria è ormai in via di definizione» aggiungendo che in Calabria c’è un «quadro complicato e delicato, che impone maggiore attenzione e vigilanza. Esiste un delicato problema di particolare sensibilità che coinvolge i rapporti della criminalità mafiosa con gli enti locali».
Già scelti i commissari: c’è anche il prefetto di Crotone
E’ il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri a spiegare le ragioni che hanno portato a decidere lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria. Il titolare del Viminale parla durante una conferenza stampa a palazzo Chigi mentre è in corso la riunione. «Non è uno scioglimento per dissesto, ma per contiguità con alcuni ambienti che possono portare a contiguità» con organizzazioni mafiose. «E’ un atto preventivo e non sanzionatorio», ha aggiunto Cancellieri, aggiungendo che sarà nominata una Commissione composta da tre elementi e il cui mandato avrà la durata di 18 mesi.
Il ministro dell’Interno ha ricordato che è la prima volta nella storia repubblicana che viene sciolto il Consiglio comunale di una città capoluogo di provincia. «Speriamo che la città possa trovare la serenità e riprendere il suo cammino: vogliamo che Reggio sappia che questo è un atto di rispetto per la città. Il governo è molto vicino alla città di Reggio Calabria – ha continuato – e farà di tutto per far risorgere questa città dandogli risorse necessarie e importanti compatibilmente con i mezzi che abbiamo a disposizione».
La commissione che guiderà la città per i prossimi 18 mesi è composta dal prefetto di Crotone, Vincenzo Panico, dal dirigente dei servizi ispettivi di finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato, Dante Piazza e dal vice prefetto Giuseppe Castaldo.