Reggio, Oreste Romeo commenta vicenda Sogas Messo in risalto il silenzio delle istituzioni locali
Si sbaglierebbe grossolanamente chi fosse convinto che a Reggio Calabria il peggio possa avere fine.
Chi scrive pensava di averle viste ormai tutte, soprattutto dopo che un giovane figlio d’arte, recentemente occupatosi di droghe leggere in una commissione consiliare, ha reso manifesto un delirio alquanto precoce che narra di una Reggio dotata di servizi moderni ed efficienti al punto da farne un vanto per tutta l’Italia.
Infatti, a distanza di nemmeno quarantotto ore da quelle esilaranti esternazioni, la stampa odierna dá conto di un’altra pagina discutibile scritta dalla vecchia dirigenza SOGAS, la quale si sarebbe spinta, con il voto favorevole dei tre componenti il C.d.A. dimissionari, ad assumere atti eccedenti l’ordinaria amministrazione, in qualche caso addirittura su questioni nemmeno portate all’ordine del giorno.
Per effetto di questo singolare iter procedimentale, trentuno dipendenti della società di gestione dello scalo reggino sono stati mandati in mobilità, ritrovandosi spalancato il portone della disoccupazione.
Ma, per trentuno famiglie in preda al dramma, ce ne sono ventidue che il redivivo C.d.A. dominato dai tre componenti dimissionari premia a dispetto di ogni evidenza, assumendoli con un atto incompatibile con il vigente regime di prorogatio.
Non si comprende quali forti ed irrinunciabili motivazioni abbiano indotto i consiglieri dimissionari SOGAS a sfidare le leggi della fisica applicata al diritto, cioè a porsi al di lá del regime di prorogatio che è in atto dal tardo pomeriggio del 5 ottobre scorso a seguito della formalizzazione delle loro dimissioni.
E non finisce qui!
Lo stesso organo societario, tramite quei tre componenti, decide, addirittura, di autorizzare la sottoscrizione del contratto di handling con Aviapartner, con definitiva pace dell’ansia di equidistanza che aveva portato l’ex Presidente Porcino ad astenersi solo pochi giorni addietro sulla identica questione.
In questo contesto, che fa rabbrividire e pensare a tutto, tace il Presidente della Provincia, mentre il suo Assessore alla Legalità si intrattiene amenamente con il Sindaco Falcomatà affrontando tematiche totalmente avulsi dalla pressante ed urgente necessità di apprestare la più efficace tutela al lavoro dei dipendenti aeroportuali ed allo stesso Aeroporto.
È un silenzio imbarazzante che rende quanto mai pertinente il richiamo a Seneca operato lo scorso sabato in piazza da Alessandra Bordini: se è vero che il timore ha sempre più argomenti, chi ama Reggio non può che scegliere la speranza.
E la speranza oggi si traduce in un appello disperato: fermateli!
Oreste Romeo