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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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Reggio, parte la campagna “Per i cani di Mortara ci metto la faccia”

| Il 22, Lug 2014

Dacci una zampa: “Noi ci siamo stancati di assistere impotenti a chi preferisce ignorare i problemi piuttosto che affrontarli, per questo abbiamo deciso di occupare il canile di Mortara di Pellaro”

Reggio, parte la campagna “Per i cani di Mortara ci metto la faccia”

Dacci una zampa: “Noi ci siamo stancati di assistere impotenti a chi preferisce ignorare i problemi piuttosto che affrontarli, per questo abbiamo deciso di occupare il canile di Mortara di Pellaro”

 

 

Se un problema non viene affrontato non esiste. Se una criticità non si
rende manifesta si può ignorare. Sotto la coltre del silenzio, Reggio
Calabria per anni ha seppellito tutti i suoi scheletri più imbarazzanti, i
problemi più radicati, le verità più nascoste, ma a farne le spese è sempre
stato chi ci abita, uomo o animale che sia. “Noi – dicono da Dacci una
zampa – ci siamo stancati di assistere impotenti a chi preferisce ignorare
i problemi piuttosto che affrontarli, per questo abbiamo deciso di occupare
il canile di Mortara di Pellaro. Il problema randagismo a Reggio Calabria
esiste, è storico e radicato. Esiste anche una struttura di proprietà
comunale che se sfruttata a dovere, potrebbe aiutare a risolverlo. Esiste
persino un gruppo di persone che ha dimostrato nei fatti di poterlo fare.
Ma la risposta delle istituzioni è stata solo silenzio”. A quattordici
giorni dall’inizio dell’occupazione del canile di Mortara di Pellaro, forti
di numeri che testimoniano un rotondo successo dell’iniziativa – oltre
sessanta cani recuperati, quattordici già affidati in adozione nel giro di
due settimane, altri sei in procinto di partire per i Nord Italia, eserciti
di nuovi volontari, centinaia di euro in donazioni, iniziative di appoggio,
raccolta fondi e materiale promosse spontaneamente da negozianti e gestori
di locali – i volontari di Dacci una zampa hanno deciso di rompere la cappa
di silenzio sotto cui l’amministrazione comunale ha tentato di seppellire
l’iniziativa, facendo appello alla città. “Da tempo siamo costretti a
supplire alla latenza delle istituzioni, recuperando e avviando
all’adozione centinaia di cani che altrimenti sarebbero stati destinati
alla strada e probabilmente alla morte. Sono passati gli anni, sono
cambiate le amministrazioni ma il fenomeno randagismo a Reggio Calabria è
rimasto un taboo. Nessuna politica di prevenzione, nessuna campagna di
sterilizzazione, zero lavoro sul territorio, nessuna struttura municipale
per accogliere animali eventualmente recuperati da associazioni o privati
cittadini. Noi adesso stiamo cercando di dare una risposta concreta a un
problema concreto, dimostrando nei fatti come basti poco per dare alla
città le risposte che da troppo tempo attende anche in merito alla
questione randagismo. Ma abbiamo bisogno dei reggini perché chi è chiamato
ad amministrare questa città si decida infine ad affrontare il problema”.
Per questo – spiegano dall’associazione – da oggi partirà una campagna di
comunicazione e sensibilizzazione rivolta alla città, ai reggini “che da
subito sono stati il nostro unico, vero, reale interlocutore”. Da quando
l’occupazione del canile è iniziata, la città – fanno sapere i volontari –
“ha risposto con uno slancio incredibile in termini di appoggio,
solidarietà e sostegno concreti, grazie al quale oggi possiamo dire che una
struttura costruita per la città sta dando risposte alla città e a chi ci
abita. Ma per l’amministrazione comunale continuiamo ad essere invisibili.
I nostri appelli cadono nel vuoto. Le nostre istanze di affidamento
provvisorio della struttura senza risposta. Noi vogliamo dimostrare ai
commissari che Reggio c’è, è con noi e rivendica il diritto a veder
funzionare una struttura pagata con fondi pubblici, piuttosto che vederli
dilapidare in miopi convenzioni con strutture private, il più delle volte
inadeguate”. Per questo – dicono da Dacci una zampa – “chiediamo a chiunque
sostenga la nostra iniziativa di aderire alla campagna, inviandoci una
propria foto al profilo facebook #occupycanile o alla mail
occupycanile@gmail.com. Noi applicheremo una maschera grafica per
testimoniare l’adesione della nostra campagna e poi toccherà a voi farla
girare o metterla come foto profilo”. Questa – spiegano dall’associazione –
è solo una prima iniziativa, ma serve per “dare un volto a chi ha deciso di
impegnarsi in prima persona per risolvere i problemi di questa città, di
urlare per rompere la cappa di silenzio, di dimostrare con azioni concrete
che un diritto non è un favore ma che si può e si deve rivendicare”. E per
affermare che per i cani di Mortara sono in tanti a dire “io ci metto la
faccia”.