Reggio, presidio lavoratori Coop Coossel
redazione | Il 11, Nov 2013
Sindacati: “Dopo mercoledì, si passerà dai tavoli di trattativa sindacali a quelli delle aule del Tribunale”
Reggio, presidio lavoratori Coop Coossel
Sindacati: “Dopo mercoledì, si passerà dai tavoli di trattativa sindacali a quelli delle aule del Tribunale”
Reggio Calabria – Lavoro e futuro. Ma anche diritto alla salute e a ricevere cure adeguate. Per questo, i lavoratori della COOP COOSSEL hanno deciso di scendere in campo e lottare per sé stessi e per l’intera comunità.
Sotto la sede ASP di Reggio Calabria, mercoledì mattina saranno una parte (gli altri saranno a lavoro a garantire le prestazioni!) dei 43 dipendenti della cooperativa a protestare contro la cattiva politica e la cattiva gestione operati dal direttore generale Squillacioti, dal direttore sanitario Sarica e dal capo dipartimento Zoccali. Responsabili, di fatto, dell’approssimarsi del fallimento della cooperativa: una realtà economica e produttiva reggina che dura da 23 anni e che, nel corso di tutto questo tempo, ha dato risposta – in termini di qualità del servizio e di assistenza – a centinaia e centinaia di malati.
Dalle 10 alle 14, i lavoratori terranno un sit-in di protesta, unitamente alle OO.SS., faranno sentire la propria voce, ribadendo le loro istanze: diranno No a una situazione economica instabile e precaria che va avanti, ormai, da mesi.
Questo è l’ultimo atto di 43, tra lavoratrici e lavoratori, nei confronti di un’ASP sorda ai richiami e alle richieste inoltrati dalle Organizzazioni Sindacali. Un’Asp incapace di rispettare leggi, norme, regole e contratti.
E’ l’ultimo atto di una vertenza che, dopo mercoledì, si sposterà dai tavoli di trattativa sindacali a quelli delle aule del Tribunale e della giustizia amministrativa.
Sarà la Magistratura giudiziaria e amministrativa, poi, ha doversi pronunciare su quanto accaduto alla COOP COOSSEL e al ruolo svolto dall’Azienda sanitaria di Reggio. Dovranno essere le autorità competenti a mettere la parola fine a questa storia che è, ormai, diventata una situazione insostenibile per i lavoratori e le lavoratrici.