Reggio, spazi pubblici vietati ai fascisti Dal Presidente della Commissione Statuto e Regolamenti Demetrio Martino un emendamento per vietare la concessione di spazi pubblici a chi si richiama all’ideologia fascista
REGGIO CALABRIA – Un emendamento al regolamento comunale in vigore dallo scorso 27 maggio 2005, relativo alla tassa di occupazione del suolo pubblico e la concessione di spazi e aree pubbliche, per evitare lo svolgimento di manifestazioni pubbliche ad organizzazioni ed associazioni che si richiamano all’ideologia fascista.
La proposta è stata avanzata al sindaco Giuseppe Falcomatà e al presidente del Consiglio Demetrio Delfino dal primo firmatario dell’emendamento Demetrio Martino, Presidente della Commissione Statuto e Regolamenti del Comune. Sottoscrittori lo stesso Presidente Delfino ed il consigliere con delega alla Protezione Civile Antonio Ruvolo.
La proposta, che andrà ora in discussione presso la Commissione Statuto e Regolamenti, presieduta dallo stesso Demetrio Martino, e successivamente all’esame dell’aula consiliare, prevede il divieto di concessione in uso “di spazi e aree pubbliche per lo svolgimento di conferenze, incontri e manifestazioni di qualsiasi natura alle organizzazioni ed associazioni che direttamente si richiamano all’ideologia, ai linguaggi e rituali fascisti, alla sua simbologia, e alla discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale, o per ragioni di lingua, di opinioni politiche, o per condizioni personali o sociali, in base alla verifica delle previsioni dei rispettivi statuti”.
“Le domande per la concessione di spazi ed aree pubbliche – recita ancora l’emendamento firmato dai tre consiglieri di maggioranza – dovranno contenere specifica dichiarazione con la quale il richiedente attesta di essere a conoscenza e di impegnarsi a rispettare la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana secondo la quale “é vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”, l’articolo 3 della stessa Costituzione Italiana, la legge n° 645 del 20 giugno 1952, la legge n° 205 del 25 giugno 1993 e della cosiddetta legge Fiano che introduce nel Codice Penale un nuovo articolo, il 293bis, che punisce “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del Partito Fascista o del Partito Nazionalsocialista tedesco… anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli ad essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia e la gestualità”.