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Reggio, un gruppo di giovani laureandi in Scienze Politiche danno vita a “Mediterranean Affairs”

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Un progetto informativo che ha come obiettivo quello di fornire informazioni e approfondimenti sulle dinamiche politiche,
economiche, socio-culturali e storiche internazionali dell’area mediterranea

Reggio, un gruppo di giovani laureandi in Scienze Politiche danno vita a “Mediterranean Affairs”

Un progetto informativo che ha come obiettivo quello di fornire informazioni e approfondimenti sulle dinamiche politiche, economiche, socio-culturali e storiche internazionali dell’area mediterranea

 

 

Basta racchiudere il Mare Mediterraneo all’interno di un quadrato e tracciare le
sue diagonali per notare come l’area dello Stretto di Messina sia precisamente al
suo centro. Basta guardare alla storia della sponda calabrese e di quella siciliana
per comprendere la centralità della stessa nelle dinamiche politiche, economiche
e culturali del “Mare Nostrum”. Proprio in quest’area, un gruppo di giovani laureandi
in Scienze Politiche ha dato vita a “Mediterranean Affairs”, un progetto informativo
che ha come obiettivo quello di fornire informazioni e approfondimenti sulle dinamiche politiche,
economiche, socio-culturali e storiche internazionali dell’area mediterranea. L’obiettivo
di “Mediterranean Affairs”, creato da Giacomo Morabito assieme a Giancarlo e Luca
Assumma, Giovanni Gatto, Giuseppe Ielo, Demetrio Labate e Gabriele Quattrocchi è
quello di analizzare lo scenario geopolitico dei Paesi che si affacciano sul “Mare
nostrum” entrando negli ambiti prettamente politici senza trascurarne altri, ad esempio,
come quelli religiosi o energetici. Non soltanto: il discorso sarà ovviamente inquadrato
anche in ottica mondiale, guardando a grandi potenze che geopoliticamente si fanno
sentire nel nostro mare come gli Stati Uniti, la Cina e la Russia. Insomma, “Mediterranean
Affairs” si pone come chiave di lettura dei Paesi e delle aree geografiche che si
affacciano sul “Mare nostrum” e non solo. E – perché no? – anche come strumento per
contribuire alla rinascita della “mediterraneità” dell’area dello Stretto di Messina.