Regionali Calabria, DemA: nessun passo indietro, appelli PD per Amalia Bruni pretestuosi e presuntuosi Si è ormai perso il conto delle incoronazioni settimanali con cui l'entità denominata coalizione di centrosinistra con a capo il sempre più superbo PD propone ai calabresi candidati alla presidenza della Regione salvo poi fare imbarazzati dietrofront dopo solo pochi giorni o addirittura ore
Si è ormai perso il conto delle incoronazioni settimanali con cui l’entità denominata coalizione di centrosinistra con a capo il sempre più superbo PD propone ai calabresi candidati alla presidenza della Regione salvo poi fare imbarazzati dietrofront dopo solo pochi giorni o addirittura ore.
Nel frattempo, da quasi sette mesi Luigi de Magistris e i tantissimi calabresi che in ogni dove hanno deciso di sostenerne convintamente la candidatura o di candidarsi insieme a lui animano strade, piazze, piattaforme online e luoghi d’incontro di tutta la Calabria con iniziative quotidiane utili a riconnettere la cittadinanza alla politica e alle istituzioni con l’intento, dichiarato e riuscito, di far sprigionare ancor di più le energie del popolo calabrese.
Che il PD non si accorga di tutto questo e continui a lanciare pretestuosi e presuntuosi appelli a passi indietro può sembrare assurdo se non fosse che è ormai chiaro da tempo che nel pluricommissariato PD calabrese, eterodiretto da Roma, non esistono ormai da anni luoghi di confronto democratico e di connessione con il popolo e la realtà calabrese.
Amalia Bruni rischia di essere l’ennesima foglia di fico e vittima sacrificale di un imbarazzante gruppo dirigente PD/5 Stelle che ha visto in questi mesi alla loro guida Stefano Graziano e Riccardo Tucci le cui cronache extrapolitiche appaiono più ricche, ma anche più imbarazzanti di quelle politiche in senso stretto.
Al “partito dei feudi”, così denominato dal suo più autorevole esponente Nicola Irto, rispondiamo che il “Re è nudo!” e se non l’hanno capito finora lo capiranno direttamente alle elezioni dove il voto libero dei cittadini calabresi non premierà certamente l’infinito e surreale teatrino messo in opera dal PD e dal gruppo dirigente dei 5 Stelle.