Regione Calabria, Legge Vitalizi, la vergogna corre sul filo del pentimento. Segui la videointervista all’on. Alessandro Melicchio Dopo l'approvazione in un nanosecondo, resta la grande figuraccia, ma rimediata dell'aver votato senza leggere. Ma c'è il vergognoso silenzio del Partito Democratico il quale ancora non mostra segni di redenzione. Alle 20,30 COLLEGATI ALLA PAGINA FACEBOOK DI APPRODONEWS PER SEGUIRE LA DIRETTA
Si comprende molto bene che a volte capita di superare la soglia del ridicolo e quindi occorre anche metterla in conto. Ma questa volta si è davvero superati.
Credo che nemmeno il peggio ragionier Fantozzi avrebbe fatti peggio. Si approva la legge (vergogna) in un batter d’occhio, attenzione, maggioranza e opposizione la quale in sintesi e “chiaramente” dice, che i consiglieri che non dovessero finire la legislatura o in caso di annullamento dell’elezione, o magari per via di un ricorso, i contributi vanno versati ai fini del vitalizio per i 5 anni. Da sottolineare che c’è la dicitura “non comporta maggiori spese per le casse regionali”, ma ciò tecnicamente è confuso ma altresì quasi impossibile. Perché una valutazione vera e propria non potrebbe precludere una condizione del genere viste le esperienze passate dove si sono alternati e subentrati nuovi consiglieri, aumentando il totale degli eletti e così facendo si aumenterebbero anche il totale dei contributi per il vitalizio.
Con un netto ritardo oggi è intervenuto prima Pippo Callipo ex diretto avversario di Jole Santelli per il centrosinistra e attuale capogruppo di Io Resto in Calabria, ovviamente sentendosi messo alle strette da più parti viste le sue battaglie moralizzatrici, e rischiando di passare per quello che predica bene, ma razzola male, scrive, “Ho apposto la mia firma, dopo quella di altri 7 capigruppo di maggioranza e di minoranza, su una proposta di legge che ‘non comporta maggiori o nuovi oneri a carico del bilancio regionale’ e inoltre, “Non avrei mai avallato nulla che potesse aumentare i costi della politica”.
In netto ritardo ma se n’è accorto che la questione poteva avere gravi ripercussioni sulla credibilità della sua persona che per primo ha parlato contro gli sperperi della politica. Lo stesso Callipo va poi oltre asserendo, “Se la modifica della normativa sui vitalizi si traduce, invece, in un aumento dei suddetti costi significa che mi è stato proposto di sottoscrivere un documento non veritiero (…) mi tutelerò nelle sedi opportune”, etc..etc… In qualche modo bisognava pure uscire dalla maglia giusta.
Ad esso chi si aggiunge nel (dopo) festival delle indignazioni, un ex collega di gruppo di Callipo, quel Francesco Pitaro che passato al Gruppo ;Misto perché non accontentato dal suo gruppo alla nomina di questore di segretario-questore, che addirittura chiede l’annullamento perché loro dell’opposizione, parla a nome di tutti adesso, “abbiamo votato con leggerezza ed in buona fede tale modifica legislativa inserita nell’ordine del giorno, dopo il corposo dibattito sul programma di governo illustrato dalla presidente Santelli, su richiesta del consigliere regionale Graziano”, addirittura come Callipo si sveglia dal torpore Covid e illuminato scrive, “Non vi è dubbio che se un Tribunale annulla l’elezione di un consigliere regionale quest’ultimo perde il relativo status giuridico e tutto ciò che da esso discende”.
E non finisce qua perché un altro collega di Callipo di aggiunge al coro dei redenti per induzione ed è il segretario-questore Graziano Di Natale il quale scrive, che “L’approvazione delle modifiche alla Legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 ‘Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012’ è stata frutto di in un chiaro errore (…)”. E ora ve ne siete accorti, dopo tre giorni?
Ognuno con la solita solfa della “mia storia politica”, patapim e patapam, però quando hanno dovuto votare in due secondi, la “mia storia politica”, dov’era? Tutta una seria di iniziative che hanno contraddistinto il percorso politico che di solito arriva quando si viene sgamati per aver fatto una gran cazzata degna di indignazione e vergogna.
E come il collega Pitaro, colui che è stato superato dallo stesso nella nomina di “segretario-questore” chiede l’annullamento della legge. Ci scommettiamo che tra qualche ora arriveranno quelli del Pd (quest’ultimi con un silenzio assolutamente più vergognoso della legge stessa approvata), e degli altri gruppi d’opposizione in consiglio regionale, tutti con la solita litania della “mia storia politica personale”, per chiedere l’annullamento e il rimedio per quella vergogna che egli stessi in concorso con la maggioranza hanno perpetrato?
Ma siamo sicuri che a queste condizioni possiamo ancora andare avanti per il bene della Calabria?