Alla fine il sindaco Manna e l’assessore al Bilancio Crusco
hanno certificato l’aumento della Tari per tutte le famiglie rendesi. Ma
hanno fatto anche di più: hanno rilanciato i nostri dati confermando che
l’aggravio previsto per il tributo legato alla raccolta della spazzatura si
attesta dai 40 ai 60 euro all’anno. Non proprio bruscolini per i cittadini
che proprio domani, 16 dicembre, dovranno pagare anche l’Imu e la Tasi.
Dovrebbero chiedere a loro se queste sono cifre “mastodontiche” o meno. Per
noi del Movimento 5 Stelle lo sono eccome.
Purtroppo la scusa del predissesto finanziario in questo caso non vale: la
Tari, come ben sappiamo, copre solamente il costo del servizio e non può
essere utilizzato per nessun altro scopo. Il problema non è quindi il
predissesto finanziario dell’ente, ma lo stesso costo del servizio che si
aggira sugli 8 milioni e mezzo di euro all’anno senza soddisfare gli
standard europei legati alla gestione del ciclo dei rifiuti che risulta
essere ancora inadeguata. Ed è per questo che ogni anno, nell’indifferenza
della politica, paghiamo le salatissime multe comunitarie. La percentuale
di raccolta differenziata prevista dall’UE e utile per pagare di meno la
tariffa per lo smaltimento alla Regione, è del 65%. Rende è ancora lontana
da questa percentuale e con questo metodo di raccolta purtroppo non la
raggiungerà mai.
Ridurre la Tari agli imprenditori, daltronde, era un atto dovuto.
Dopotutto e fino al 2014, quegli stessi imprenditori non sono stati difesi
dall’ente per esempio sulla riduzione del 50% della Tarsu, così come
previsto dall’art. 11 comma 6 del Regolamento Comunale, favorendo la
Maggioli nella riscossione di crediti, anche per annualità pregresse, per i
quali non sarebbe stata effettuata un’applicazione omogenea della predetta
riduzione.
Ma era un atto dovuto ridurle anche ai cittadini, perchè senza una
premialità, anzi con un aggravio delle tasse, come si pensa di invogliare i
nostri concittadini ad impegnarsi nella raccolta differenziata? Perché a
Rende la raccolta differenziata non produce alcun risparmio né per i
cittadini virtuosi né per il Comune? Eppure la percentuale di differenziato
che si ricicla la si può vendere, guadagnandoci sopra.
È sull’aspetto del costo finale del servizio che l’esecutivo, in questo
primo anno e mezzo di governo, avrebbe dovuto agire in maniera razionale e
programmatica. Attraverso una gestione più virtuosa del ciclo dei rifiuti
in grado di produrre risparmio sull’unica cosa su cui c’è da risparmiare e
cioè sulla quantità di indifferenziato (pari a 10mila tonnellate e mezzo
l’anno) che paghiamo alla Regione Calabria per buttarla, inutilmente, in
discarica.
Siamo certi di poter illustrare all’esecutivo Manna le nostre idee intorno
al corretto e virtuoso ciclo dei rifiuti e a breve protocolleremo la nostra
proposta che va verso i rifiuti zero, una strategia adottata ormai da molte
città italiane (ad esempio Parma, che, a guida 5 stelle, ha raggiunto il
70% di raccolta differenziata). Non aspettiamo altro che essere convocati.