Renzi-Cav, intesa su Italicum in salita. Pd ritira emendamenti
redazione | Il 28, Gen 2014
Si tratta sulla soglia del 38%. Romani: ‘Rispettare accordi’. Grillo, referendum on-line sui collegi
Renzi-Cav, intesa su Italicum in salita. Pd ritira emendamenti
Si tratta sulla soglia del 38%. Romani: ‘Rispettare accordi’. Grillo, referendum on-line sui collegi
(ANSA) La trattativa tra Pd e Fi è aperta su 3 punti: innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38%, primarie facoltative previste dalla legge e delega al governo per disegnare i collegi.
“Allo stato solo il Pd ha ritirato i propri emendamenti – ha detto il presidente della Commissione Affari costituzionali e relatore alla riforma elettorale, Francesco Paolo Sisto e non Forza Italia; nulla esclude che altri gruppi potranno ritirarli”. Dei 318 emendamenti presentati ieri, ha riferito Sisto, due sono stati dichiarati inammissibili per estraneità di materia (riguardavano le elezioni europee), mentre sono stati ufficialmente ritirati “circa 50 emendamenti del Pd”. Dei Democratici rimangono solo tre emendamenti, riguardanti la delega al governo per definire i collegi, l’innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38%, e le primarie facoltative. E’ quindi iniziata in COmmissione la fase di discussione sul complesso degli emendamenti, nella quale ciascun gruppo illustra le proprie proposte. Nella seduta ha iniziato la Lega, mentre alla ripresa dei lavori toccherà agli altri gruppi.
Matteo Renzi tratta in prima persona e inizialmente sembra strappare a Forza Italia l’apertura ad un accordo per la modifica al testo dell’Italicum per alzare dal 35% al 38% la soglia per ottenere il premio di maggioranza al primo turno. Ma gli azzurri in nottata chiudono a questa ipotesi, anche se il sindaco spiega ai deputati Pd che la possibilità di una intesa e’ ancora aperta. Tant’è che in ambienti parlamentari sta circolando la voce che ci possa essere un nuovo incontro tra il segretario Dem e Silvio Berlusconi. “Verdini sa bene che innalzare la soglia per il premio di maggioranza per noi sono fondamentali” dice il portavoce della segreteria del Pd Lorenzo Guerini.
Il pacchetto su cui si sta discutendo riguarda anche primarie facoltative per legge e il dialogo per una delega al governo per disegnare i collegi, tema su cui ci sono comunque forti resistenze in area azzurra.
Intanto il segretario del Pd, in una riunione serale con i membri della commissione affari costituzionali ottiene il mandato a continuare a trattare sui tre punti aperti: per questa ragione i deputati Dem ritirano, con una mossa tecnica (riservandosi di presentarli in seguito) tutti gli emendamenti che non riguardano questi tre temi. Il partito di Silvio Berlusconi tiene il punto sul no alle preferenze, all’abbassamento delle soglie di sbarramento e alla delega al governo per disegnare i collegi.
“Se c’è l’accordo” sulla legge elettorale e le riforme, “il più felice sono io”, assicura il premier Enrico Letta. Che si dice “fiducioso” in un “risultato positivo che rafforza il governo. E anche il Paese: “Conto che queste due scelte che sostengo, la nuova legge elettorale e la fine del bicameralismo perfetto, rendano l’Italia più forte” in Europa, afferma. Ma è irto di ostacoli il percorso dell’Italicum. Tant’è che Renzi non si stanca di avvertire: “Se viene affossato” è “difficile” che questa legislatura possa continuare. Si andrebbe al voto, insomma. E anche se il segretario del Pd si professa “ottimista”, il rischio c’è. Ed è doppio. Da un lato, c’è il pericolo che la minoranza dem e i piccoli partiti (magari insieme al M5S) facciano passare emendamenti come quello sulle preferenze e affossino così l’intesa Renzi-Cav. Dall’altro lato, è sempre in agguato, ammette Renzi, il rischio che i franchi tiratori facciano “di nascosto i furbi” e in Aula, dove c’è il voto segreto, sabotare l’intero percorso delle riforme.
Intanto sul blog di Grillo c’è il secondo sondaggio sulla legge elettorale. Oggi gli iscritti certificati votano per il 2/o punto, dopo la scelta tra proporzionale e maggioritario che ha visto prevalere il proporzionale: quello che riguarda i collegi. E’ possibile scegliere tra: collegio uninominale, collegio unico nazionale o collegio intermedio. Come l’altra volta, sarà possibile votare dalle 10 alle 19. Il professor Aldo Giannulli, in un video, argomenta i pro e i contro delle tre possibilità e ha risposto alle domande durante l’ultima settimana sul suo blog e via mail. Dal blog è possibile vedere o rivedere la registrazione prima del voto.