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Reperti archeologici rubati, 70 persone denunciate dai carabinieri a Crotone

Reperti archeologici rubati, 70 persone denunciate dai carabinieri a Crotone

| Il 17, Mag 2012

Sequestrati migliaia di reperti e 10 metal detector

Reperti archeologici rubati, 70 persone denunciate dai carabinieri a Crotone

Sequestrati migliaia di reperti e 10 metal detector

 

 

(ANSA) – CROTONE -“Si tratta di una delle operazioni più importanti mai fatte in Italia nel campo del mercato clandestino dell’archeologia. Sicuramente la più importante in Calabria”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Crotone, Raffaele Mazzotta in riferimento all’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo tutela del Patrimonio culturale di Cosenza, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Crotone, che ha consentito di recuperare oltre 16 mila reperti archeologici, con tre persone indagate e 70 perquisizioni effettuate in tutta Italia. “Un’operazione di intelligence – ha proseguito Mazzotta – che è stata possibile grazie alle competenze dei militari di Cosenza e delle attività condotte dalla Compagnia dei carabinieri di Crotone. Io stesso andrò in aula per il dibattimento contro questo reato che deruba il territorio della sua storia”. L’attività investigativa, è stato spiegato dagli inquirenti, ha consentito di portare alla luce una vera e propria rete per la compravendita di antichi reperti attraverso internet. I risultati dell’indagine sono stati illustrati, in una conferenza stampa svoltasi nel Museo archeologico di Capocolonna, dal Procuratore Mazzotta, alla presenza del comandante del Nuclo Tpc dei carabinieri di Cosenza, Raffaele Giovinazzo, e della Soprintendente archeologica della Calabria, Simonetta Bonomi. Protagonisti di questo mercato di reperti archeologici erano tre persone del crotonese alle quali stamani sono stati notificati gli avvisi di conclusione indagini. Si tratta di Raffaele Gualtieri, di 49 anni, e del figlio Salvatore Luigi, di 24, di Isola Capo Rizzuto, e di Mario Arcuri, 32 anni di Crotone. I tre, che sono indagati per ricettazione, attraverso la loro attività illecita di scavo nei siti archeologici (altro reato contestato insieme al possesso e mancata denuncia di beni di proprietà dello Stato) avevano creato, attraverso un gestore di aste on line, una sorta di mercato archeologico nel quale si vendeva di tutto: dalle fibule alle spille, alle monete, ai vasi di epoca magno greca. I carabinieri del Nucleo tutela del Patrimonio artistico hanno iniziato ad indagare nel 2009 dopo aver ricevuto diverse segnalazioni su illecite attività di scavo per la commercializzazione di beni di natura archeologica. In sinergia con la Procura di Crotone hanno raccolto prove e ottenuto la collaborazione anche della piattaforma informatica Ebay, che ha fornito tutti i dati delle operazioni condotte dai sospettati e anche dei loro clienti. In questo modo i carabinieri, pezzo dopo pezzo, sono riusciti a risalire agli acquirenti e, ottenuto il via libera dalla Procura di Crotone, hanno fatto scattare le perquisizioni durante le quali, oltre a ritrovare e recuperare i reperti messi in vendita dall’organizzazione crotonese, hanno anche rinvenuto altri pezzi di notevole importanza archeologica. A conclusione delle indagini risultano recuperati 16.344 reperti archeologici di cui oltre 15 mila monete in argento e bronzo di epoca magno greca, romana e bizantina; dieci metal detector, 1.200 reperti archeologici consistenti in vasi, ceramiche, fibule, anelli, bottoni pesi da telaio e monili in ceramica e 42 reperti di epoca paleontologica. Una settantina le perquisizioni effettuate, con riscontri importanti che testimoniano l’ampiezza delle rete del mercato clandestino: reperti provenienti da scavi archeologici illeciti, presumibilmente nel territorio tra Isola Capo Rizzuto e Crotone, sono stati trovati in tutte le regioni ad eccezione della Valle d’Aosta.

redazione@approdonews.it