Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 05 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Ricercatori e medici del Regno Unito lanciano l’allarme Scoperta nuova malattia da puntura di zecche resistente agli antibiotici

Ricercatori e medici del Regno Unito lanciano l’allarme Scoperta nuova malattia da puntura di zecche resistente agli antibiotici
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

La malattia senza nome causa mal di testa, dolori muscolari, stanchezza e febbri
ricorrenti, sintomi simili alla malattia di Lyme. I ricercatori presso il laboratorio
di sanità pubblica a Wiltshire hanno scoperto un numero limitato di zecche in tutta
l’Inghilterra meridionale che trasportano i batteri della Borrelia miyamotoi, che
diffonde la malattia. Mentre in Gran Bretagna non sono confermati casi della malattia,
negli Stati Uniti ha già colpito decine di persone. Scienziati e medici sono preoccupati
dalla mancanza di effetto degli antibiotici che hanno sulla malattia, così come
per un apparente somiglianza di sintomi con altre sarebbero confuse insieme e credute
simili. Intanto anche alcuni ricercatori della “School of Public Health and Medicine”
dell’Università di Yale hanno riferito sulla presenza di questa nuova infezione
trasmessa da zecche negli Stati Uniti. E’ stata chiamata in causa come agente eziologico
una nuova Borrelia, classificata come miyamotoi, scoperta in Giappone nel 1995
ed associata ad un caso di infezione nell’uomo, avvenuta in Russia nel 2011. E’
noto che le zecche del genere Ixodes servono da vettori di Borrelia burgdorferi,
l’agente della malattia di Lyme. A livello globale, appare però evidente che queste
zecche sono portatrici anche di B. miyamotoi, una spirocheta (cioè Borrelia) che
dovrebbe essere classificata nel gruppo delle Borrelie della febbre recidivante.
Anche se l’esposizione degli esseri umani a B. miyamotoi è, a seguito di queste
esperienze, altamente probabile, sussistono ancora dati troppo limitati per affermare
con certezza che una determinata malattia sia attribuibile ad essa. È probabile
però che B. miyamotoi costituisca effettivamente una causa sottostimata di malattia,
specialmente in luoghi dove la malattia di Lyme è endemica. Il trattamento instaurato
per le infezioni da B. burgdorferi essendo ugualmente efficace per entrambe le forme,
e quindi anche per la miyamotoi potrebbe negli anni aver nascosto quella di più
recente evidenziazione. Uno studio pubblicato nel numero del 17/1 sul New England
Journal of Medicine, (N Engl J Med 2013; 368:240-245January 17, 2013 DOI: 10.1056/NEJMoa1209039),
relativo ad una donna di 80 anni, immunodepressa per linfoma non-Hodgkin in trattamento
e con declino progressivo delle condizioni mentali, perdita di peso, deambulazione
malferma e difficoltà nell’udito, mette in evidenza che l’esame del liquor cerebro-spinale
ha mostrato tale Borrelia alla microscopia diretta, insieme alla positività della
PCR per tale batterio. Anche se i postulati di Koch non apparivano rispettati alla
lettera, ciò non di meno i sanitari persuasi che la sintomatologia presentata dalla
paziente fosse attribuibile al predetto nuovo microrganismo hanno sottoposto la
paziente ad un trattamento antibiotico con drammatica remissione della sintomatologia.
Lo studio dei ricercatori di Yale, di tipo epidemiologico (DOI: 10.1056/NEJMc1215469),
è stato compiuto su tre gruppi di individui scelti fra popolazioni residenti in
aree degli USA endemiche per la malattia di Lyme, altra malattia da Borrelie, stavolta
burgdorferi, trasmessa da zecche, presente negli Stati Uniti, ma ben rappresentata
anche da noi, in Italia, specie nelle regioni del Nord-Est. Un gruppo era composto
da 584 persone sane provenienti dal Rhode Island e dal Massachusetts, il gruppo due,
da 277 persone provenienti dal Sud del New England con sospetto di malattia di Lyme,
e un terzo gruppo di 14 persone, affette da forme febbrili a tipo infezione virale,
contratte nel corso della stagione estiva in zone a Sud di New York. I ricercatori
hanno trovato le prove di una infezione da B. miyamotoi (attraverso la presenza
di anticorpi diretti contro i batteri) in ciascun gruppo. L’uno per cento del primo
gruppo (584 soggetti sottoposti a test) ha mostrato evidenza di infezione da B. miyamotoi,
il 3,2 per cento nel secondo (quello da 277), e il 21 per cento nel terzo (su 14).
Tutti quei pazienti, che accusavano una sintomatologia ed un’evidenza sierologica
(in tre anche la sieroconversione) di un’infezione recente da B.miyamotoi sono
stati trattati con lo stesso schema terapeutico applicato alla Lyme disease: terapia
associata di amoxicillina e doxiciclina, con apparente successo. La sua scoperta,
osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, giunge
in un momento quando la malattia di Lyme è in crescita nel Regno Unito, con migliaia
di nuovi casi segnalati ogni anno. A differenza della nuova malattia, il primo sintomo
della malattia di Lyme è un’eruzione cutanea rossa che si diffonde verso l’esterno
dal morso di una zecca.Se non è rilevata e trattata precocemente, può sviluppare
sintomi debilitanti a lungo termine. I sintomi della malattia da punture di zecche,
includono febbre alta, forte mal di testa, dolori muscolari e nausea.