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Riconoscimento dei migranti, Molinari (M5S) al ministro dell’Interno: “Riempire il vuoto normativo”

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“Servono regole certe per la sicurezza dei cittadini comunitari e per tutelare i diritti dei rifugiati”

Riconoscimento dei migranti, Molinari (M5S) al ministro dell’Interno: “Riempire il vuoto normativo”

“Servono regole certe per la sicurezza dei cittadini comunitari e per tutelare i diritti dei rifugiati”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

ROMA – Servono regole certe per garantire i diritti ai migranti che giornalmente sbarcano sulle coste calabresi o qui vengono vengono portati per la loro identificazione dopo essere stati salvati da morte certa dalle navi della nostra Marina Militare, come avvenuto l’altro giorno con la “San Giusto”. Gli attuali vuoti normativi non fanno altro che creare disfunzioni ad un sistema delicatissimo che deve garantire tanto la sicurezza degli extracomunitari quanto quella dei cittadini italiani ed europei, soprattutto in un elevato quadro conflittuale – inutile nascondercelo – quale quello caratterizzato dalle tensioni nel Medio Oriente e nel Nord Africa.
Sono considerazioni che raccolgo – a nome del M5S – dalla denuncia delle problematiche che affliggono quotidianamente gli agenti del Commissariato di Siderno, in Calabria, ultima frontiera dell’Italia e dell’Europa, che per competenza territoriale e funzionale – dovendo comunque dar luogo alle richieste fatte – si occupano del riconoscimento dei migranti sbarcati sulla coste meridionali calabresi. Un ruolo ingrato, oltre che non facile, che mette a diretto contatto con la disperazione di chi scappa da guerre e tragedie, affidando la propria incerta vita ad organizzazioni criminali. Un compito che prova psicologicamente uomini e donne, pur temprati dalla professionalità con cui svolgono – spesso in condizioni difficili – il proprio lavoro, come nella fase del riconoscimento : una fase che serve a stabilire l’identità delle persone che arrivano in Italia, al fine di dargli un nome e un cognome e quindi un volto riconoscibile in tutta l’Europa. Capita frequentemente, però, che molti migranti si rifiutino di sottoporsi ai rilievi dattiloscopici, mettendo in crisi tale sistema e aggravando il disagio delle forze impegnate a tale scopo.
Per garantire la sicurezza che ogni stato di diritto dovrebbe poter consegnare ai propri cittadini e per non violare altresì i diritti dei rifugiati, ho chiesto al Ministro dell’Interno – con Interrogazione a risposta scritta n.4-02637 del 3 settembre – se non sia il caso di riempire quel vuoto normativo che – in alcuni casi – permette l’ingresso in Italia e in Europa a persone non identificate, con tutti i pericoli connessi, favorendo al contempo il delicato e quanto mai proficuo lavoro delle forze di polizia, i cui uomini e donne sono troppo spesso dimenticati in un territorio di frontiera.

Avv. Francesco Molinari-M5S
Cittadino eletto al Senato

Interrogazione a risposta scritta
MOLINARI: Al Ministro dell’interno –
Premesso che:
è continuo e pressante l’impegno del nostro Paese nell’intervento umanitario nel soccorso per mare di moltitudini di individui che fuggono da guerre e povertà dei loro paesi di origine, spesso vanificato dalle impossibili condizioni di viaggio a cui sono sottoposti dalle associazioni criminali internazionali organizzatrici dei trasferimenti;
la Calabria, per la sua posizione nel Mediterraneo, rappresenta un avamposto ed un luogo di sbarco e di soccorso di imbarcazioni improvvisate;
il Commissariato della Polizia di Stato di Siderno adempie, per competenza e su richiesta, all’identificazione della maggior parte dei “disperati” che sbarcano sulla costa jonica;
sussistono gravi difficoltà, dovute a vuoti tecnico/normativi, per l’identificazione di quegli extracomunitari che rifiutano di sottoporsi ai rilievi dattiloscopici e le mediazioni tentate, e volte a convincere i migranti a sottoporsi ai rilievi, non trovano spesso riscontro, portando un numero cospicuo di soggetti a proseguire il loro viaggio verso l’Europa continentale senza una sicura identificazione;
considerato che:
si tratta di un atteggiamento molto diffuso tra i migranti “disperati”, che potrebbe eventualmente consentire a criminali, se non addirittura terroristi, un facile ingresso in Europa;
si chiede di sapere:
se non ritenga il Ministro interrogato che la situazione descritta in premessa meriti di essere risolta adottando provvedimenti ad hoc volti ad assicurare, nel rispetto dei diritti dei rifugiati, il contemperamento del proficuo lavoro degli operatori di polizia con l’effettiva tutela della sicurezza dei cittadini italiani ed europei.