Ricordando il 93° Anniversario del termine della “Grande Guerra”
redazione | Il 31, Ott 2011
Il resoconto del Maresciallo aiutante Aldo MONCADA, presidente dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia
Ricordando il 93° Anniversario del termine della “Grande Guerra”
Il resoconto del Maresciallo aiutante Aldo MONCADA, presidente dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia
Il 4 novembre del 1918 ha suscitato e suscita ancora oggi commozione da chi ha potuto ascoltare dalla bocca dei padri e dei nonni i racconti degli anni di sangue della Grande Guerra.
Sono trascorsi esattamente 93 anni dalla fine del conflitto chiamato dagli italiani la “Grande Guerra”. Grande per la durata e per il coinvolgimento dei tanti Stati d’Europa e d’oltreoceano e dolorosamente grande per i 600.000 mila morti italiani e di tante altre nazionalità. Che dire dei feriti e dei mutilati e le famiglie amputate e distrutte. Una somma spaventosa di dolori, di cui solo dopo il 4 novembre del 1918, giorno della vittoria che commemoriamo, gli italiani come popolo, avrebbero avuto la loro vera dimensione.
Nelle famiglie, però, non era stato necessario attendere l’armistizio di Villa Giusti per soffrire e piangere. Infatti, per decenni, il 4 novembre ha suscitato e ancora oggi suscita, commozione da chi ha potuto ascoltare dalla bocca dei padri e dei nonni i racconti degli anni di sangue della Grande Guerra.
Fu la guerra delle trincee e degli assalti alla baionetta, la guerra del Monte Grappa, dell’Isonzo oppure del Piave,
La guerra che iniziò nel 1914, fu l’evento più rilevante del XX secolo. Fu la prima guerra “moderna” combattuta per terra, per mare e nell’aria con un impiego di armi e di mezzi tecnici mai usati sino ad allora.
Se la fine della Prima Guerra Mondiale costituì il coronamento dell’Unità d’Italia, a distanza di 93 anni da quel grandioso e agognato evento, appare doveroso oggi non solo ricordare gli eventi, ma anche i significati: ciò al fine di coglierne la portata, onorarne la memoria e valorizzarne – attraverso le vicende umane e spirituali di quei tempi – il patrimonio di valori ideali e di virtù civiche che dagli stessi abbiamo ereditato.
Sentiamo il dovere di ricordare quegli avvenimenti con sentimenti di gratitudine ed ammirazione per quella gioventù inviata a combattere in condizioni talmente disagevoli da apparire addirittura irreali.
Uomini che, accomunati nel crogiolo della trincea e della battaglia, scrissero pagine di eroismo, di grande umanità e di profondo sacrificio.
A quei tempi, dopo la disfatta di Caporetto, che nel giro di poche ore travolse il destino di migliaia di soldati e di oltre un milione di civili, l’Esercito ed il Paese trovarono insieme la forza e la volontà di resistere e combattere. Il Piave divenne il simbolo della volontà di riscossa di tutto il popolo italiano.
Sul Piave i nostri soldati, unitamente ai ragazzi del “99”, riuscirono a creare un invalicabile baluardo a premessa della riscossa.
Inquei momenti tragici e decisivi per la nostra Patria trovò un determinato supporto nel fronte interno, soprattutto attraverso l’opera materiale e morale delle donne: madri. Spose e ragazze sostituirono gli uomini inviati al fronte nelle fabbriche e in molti settori produttivi, dando così un prezioso contributo per il conseguimento della vittoria.
E fu così che, nell’ottobre del 1918, dal Monte Grappa ebbe inizio l’offensiva vittoriosa di Vittorio Veneto che si concluse con la definitiva sconfitta dell’Austria-Ungheria.
Rifugi, postazioni e monumenti costellano ancora oggi queste terre,a testimoniare il coraggio, la tenacia e lo spirito di sacrificio di chi fu chiamato a combattere una guerra tanto sanguinosa e terrificante che in quei luoghi è ormai diventata leggenda.
Dopo 41 mesi di durissima guerra il nostro popolo uscì da quella spaventosa tragedia certamente provato, ma vittorioso,, e, quel che più conta, finalmente libero ed unito.
La vittoria permise di completare l’unificazione del territorio nazionale con il ricongiungimento all’Italia di Trento e Trieste e rappresentò il culmine di oltre un secolo di lotte risorgimentali per un’Italia unita, indipendente e libera dalla secolare egemonia di potenze straniere.
Oggi, dopo più di novantatre anni dall’inizio di quell’immane tragedia, possiamo constatare quanto i sacrifici di allora non siano stati vani: il nostro, ora, non solo è un grande Paese europeo ma uomini e donne delle nostre Forze Armate, nel solco tracciato dagli Eroici Soldati di Vittorio Veneto, rinnovano le tradizioni di amor di Patria, spirito di sacrificio e abnegazione operando con professionalità e correttezza, nelle numerose e complesse missioni di pace nel mondo, a sostergno della sicurezza e della legalità e continuando, in tal modo, ad onorare la nostra Patria e la Nostra Bandiera
Maresciallo aiutante Aldo MONCADA, presidente dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia con sede a Terranova Sappo Minulio
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