Ricordo di fr. Modestino da Pietrelcina
redazione | Il 16, Ago 2011
Oggi a Messina si celebra la festa della Patrona, la Madonna della Lettera
di Domenico Caruso
Ricordo di fr. Modestino da Pietrelcina
Oggi a Messina si celebra la festa della Patrona, la Madonna della Lettera
REGGGIO CALABRIA – Oggi a Messina si celebra la festa della Patrona, la Madonna della Lettera.
Si tramanda che S. Pietro, giunto nell’Isola a predicare la parola del Divino Maestro, abbia consegnato ai cittadini una missiva ed una ciocca di capelli ricevute dalla Santa Vergine. La prima andò perduta nell’incendio del 1254 che distrusse il Duomo, mentre si conservano i capelli che i fedeli possono ancora ammirare. L’incipit della lettera si può leggere nella Colonna Votiva con la “Madonnina” che si trova all’entrata del porto messinese: «Vos et ipsam civitatem benedicimus».
Caratteristica della ricorrenza ferragostana è la processione con la “Vara”, una piramide mobile alta m.13,50 che alcune centinaia di tiratori trascina al grido di “Viva Maria!”. Anche le colossali statue dei “Giganti” Mata e Grifone accompagnate dalla maschera del cammello costituiscono un’attrattiva eccezionale.
Ebbene, stamane ho rinunciato a seguire i familiari nella Città dello Stretto per commemorare fr. Modestino da Pietrelcina che ieri pomeriggio, all’età di 94 anni, ha concluso il suo cammino terreno.
Ebbi la fortuna di conoscere il frate minore cappuccino, che nutrì un rapporto filiale con Padre Pio, nel Natale 2004.
In quei giorni la mia figliola, che qualche anno prima aveva perso il primo bambino, diede alla luce – presso la “Casa Sollievo della Sofferenza” di S. Giovanni Rotondo – il secondogenito al quale impose il nome di Pio.
Temevo delle complicazioni e prolungavo, con la famiglia, la permanenza nel paese del Santo più amato nel mondo.
Mancavano alcune ore per la mezzanotte, allorquando nel Santuario di Santa Maria delle Grazie notai un confessionale con dentro un minore francescano. Pur avendo assolto il Sacramento della Penitenza qualche tempo prima, avvertii l’esigenza di avvicinarmi al fraticello. Intrapresa, così, un’amichevole e lunga conversazione venni a sapere che ogni notte incontrava Padre Pio al quale raccomandava i suoi devoti. Approfittando della circostanza, ignaro che mi trovavo al cospetto di fr. Modestino, ricordai che il Cappuccino stigmatizzato prima di morire aveva pubblicato nel suo giornaletto “Città di Dio” – (Anno XI – n.10 del 16/5/1968) una mia composizione ispirata alla Madonna.
Chiesi, quindi, il suo intervento affinché il venerato Padre Pio intercedesse per me e per la mia famiglia presso il Signore. Così avvenne.
Nel ringraziare il minore cappuccino, che oggi in Paradiso unitamente al suo venerato compaesano gioiscono per l’Assunzione di Maria, riporto la preghiera che – in seguito – rivolsi “A Padre Pio”:
Padre che del Gargano resti un sole,
accogli questa supplica sincera,
non c’è bisogno di molte parole
perché procacci a me la gioia vera.
E mi giunge un profumo di viole
mentre rivolgo l’umile preghiera:
ancora esorti a seguir chi vuole
la via del Vangelo veritiera.
Tu che d’ardor serafico colmasti
l’intera vita afflitta dal dolore,
ricordati di me di fronte a Dio.
L’esempio dato a noi penso che basti
a meritar le grazie del Signore
perché Sei tanto grande, Padre Pio!