Rieti – Reggina, il “De Profundis” del calcio italiano Il Giudice sportivo, martedì, ratificherà lo 0-3 a tavolino
DI ANTONIO SPINA
In uno “Scopigno” desolatamente vuoto (gara a porte chiuse) va in scena la pagina più amara del campionato italiano. Una partita, di per sé già inutile per quelle che erano state le premesse, non si disputa nemmeno per dei problemi legati alla documentazione presentata dal Rieti alla terna arbitrale qualche minuto prima del fischio d’inizio.Oggi non diamo voce ai protagonisti, a chi scende in campo perché il sistema calcio, soprattutto, in serie C ha fallito nuovamente. Si è ripetuto un altro caso Pro Piacenza o Matera già vissuto nella scorsa stagione, ma evidentemente, non è servito a nulla. Oggi ha perso tutto il calcio, soprattutto la città di Rieti non meritava un’umiliazione così forte. Una fantomatica proprietà che non mantiene le promesse, confermando che le società di calcio sono carne da macello di sciacalli che non hanno competenze minime nonché adeguate risorse economiche. Stipendi non pagati, pendenze non definite per la fornitura della luce elettrica dell’impianto o per garantire la sicurezza attraverso l’impiego degli steward.
Nel caso si fosse giocato si sarebbe trattato, ugualmente, di una “partita-farsa”,con i giovani della Berretti del Rieti costretti a scendere in campo a causa della rinuncia della prima squadra per via dei mancati stipendi che la socità laziale non è stata in grado di pagare ai propri tesserati.
Come da regolamento, si è dovuto attendere 45’ minuti prima di dare l’ufficialità che la partita non si sarebbe potuta giocare per l’irregolarità del trainer reatino Pezzotti. La squadra amaranto ha, di conseguenza, colto l’occasione per svolgere una seduta di allenamento.
Cala il sipario una scena che sa tanto da teatro dell’assurdo.