Riforma costituzionale, il “sì” di Ferri e Casalinuovo Partecipato dibattito alla Casa delle Culture della Provincia di Catanzaro
CATANZARO – Al referendum del 4 dicembre prossimo gli italiani saranno chiamati a decidere se superare o meno il bicameralismo paritario, ridurre i parlamentari e contenere i costi dello Stato, ma anche abrogare del Consiglio nazionale economia e lavoro (Cnel) e si prefigge di cambiare i rapporti tra Stato e Regioni, anche alla luce dei tanti conflitti di competenza vissuti negli ultimi 15 anni. Sono solo alcuni degli aspetti approfonditi nel dibattito organizzato questa mattina nella Casa delle Culture della Provincia di Catanzaro dai Comitati provinciali del Sì, alla presenza del sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, e dell’avvocato Aldo Casalinuovo della Camera Penale di Catanzato, moderati dal presidente dell’ordine dei giornalisti calabresi, Giuseppe Soluri. A introdurre il dibattito con il proprio saluto da “padrone di casa” il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, tra i promotori della partecipata iniziativa che ha visto la presenza di numerosi avvocati, magistrati, lavoratori del mondo della giustizia, cittadini.
Tra i presenti, oltre al segretario regionale Ernesto Magorno, i consiglieri regionali Arturo Bova, Tonino Scalzo, Enzo Ciconte, il deputato Sebastiano Barbanti, il vice presidente Antonio Viscomi. Il sottosegretario Ferri ha incontrato anche il prefetto di Catanzaro Luisa Latella, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Marco Pecci, il vicario del Questore, e altre autorità civili e militari. Ferri e Casalinuovo, sapientemente stimolati da Soluri, hanno scandagliato la riforma nel profondo, mettendo in luce anche aspetti sconosciuti che non fanno che confermare una riflessione ripresa proprio nelle conclusioni dal sottosegretario alla Giustizia: “Quello del 4 dicembre non è un referendum politico, come troppo spesso si delinea anche strumentalmente, e tecnicamente ci troviamo di fronte ad una riforma necessaria”.
Ferri crede che la politica “debba assumersi ls responsabilità di decidere. E rinuncio a pensare che un ramo del Parlamento non sia in grado di fare leggi con tempi certi, veloci, come succede nel resto d’Europa. Il Paese ha bisogno di leggi – afferma il sottosegretario alla Giustizia -. Oltre che diminuzione, oltre a quello della semplificazione, principio della trasparenza. Non è un referendum politico, lavoriamo e confrontiamoci sul testo. E’ una riforma di cui il paese necessità, riduce posti, poltroni e costi, porta risparmio enorme che può essere reinvestito, e consente alla politica di fare le leggi, e dare risposte perché i cittadini hanno bisogno. Soprattutto ne ha bisogno il Sud, guardiamo quindi agli effetti positivi: questa ripartizione di competenze tra Stato e Regione porta alla distinzione tra Regioni di serie A e serie B. E questo non è giusto perché regioni come la Calabria hanno potenzialità che possono e devono essere supportate per creare sviluppo. A partire dal turismo”. Soluri, quindi, ha posto l’accento prima di tutto sul superamento del bicameralismo perfetto, sulla modifica di elezione e funzionalità di quella che un tempo era definita “Camera Alta”: il Senato.
“C’è una forte necessità di cambiamento, storica nei tempi in cui viviamo – afferma l’avvocato Casalinuovo – viene spontaneo chiedersi se sia giusto arroccarsi su quello che c’è: anche i sostenitori del no vogliono cambiare ma non ci dicono come. Siamo tutti d’accordo che sia la Costituzione più bella del mondo: e siamo tutti d’accordo, perché la riforma non si tocca i primi cinquanta articoli. Era e rimane bella. La parte che si può modificare è la seconda quella relativa all’ordinamento della Repubblica. Infatti – dice ancora il già presidente della Camera Penale di Catanzaro – abbiamo a che fare con un bicameralismo pesante, farraginoso che non produce nulla, anzi svilisce la funzione parlamentare. Con Parlamento paralizzato monta la decretazione d’urgenza, e non dipende dal colore politico. Questa riforma esalta il parlamento, non lo avvilisce”. Ci sono aspetti della riforma che non vengono quasi mai approfonditi come l’introduzione del “voto a data certa”, che prevede la priorità nella discussione e approvazione di un decreto legge che deve essere concluso iter legislativo entro 70 giorni. Ma torna utile porre l’accento sulla riduzione dei costi “che certo – dice Casalinuovo – non ci porta alla completa risoluzione di problemi di bilancio, ma da qualche parte dobbiamo pur iniziare”.
Sulla riduzione dei Costi, Ferri aggiunge: “Non solo ci sarà un risparmio sulle indennità dei senatori ma anche la riduzione relativa alle strutture. Circa cento milioni di euro di risparmio. Cnel costa 25 milioni di euro all’anno: sapete quanti pareri e disegni di leggi ha svolto negli ultimi anni? Quattro pareri e 14 disegni di legge”. Una riforma – sottolinea ancora Soluri – che se confermata con il Sì degli italiani comunque non porterà alcun potere in più al Governo. “Infatti, non ci sarà alcuno squilibrio. Si fanno troppe leggi? Allora preferisco una produzione normativa di qualità – dice ancora il sottosegretario alla Giustizia -. Oggi le leggi troppo spesso frutto di compromessi ed equilibrio: sono per un Paese dove il Parlamento faccia le leggi e il magistrato le interpreti, non ci sia una doppia interpretazione. Invito davvero tutti a ragionare sul testo, più rileggo la riforma, mi ci confronto e sento le obiezioni del no, per riflettere e migliorare, più mi convinco che se vogliamo davvero un Paese migliore, più forte in Europa, più credibile – conclude Ferri – dobbiamo approvare questa riforma”.