Riforma della Pubblica Amministrazione La Cisal riflette sulle ricadute sociali e gli effetti reali sul pubblico impiego
Domani, 5 novembre 2014 con inizio alle ore 16,30, presso l’Aula consiliare dell’Amministrazione comunale di Crotone – su iniziativa del Dipartimento Ministeri, Comparto Sicurezza e Presidenza Consiglio dei Ministri – si svolgerà un convegno della CISAL Fpc (Comparto Ministeri; Enti Locali; Comuni; Regioni; Sanità; Enti Pubblici non Economici e Comparto Sicurezza) sul tema “Riforma della Pubblica Amministrazione… Ricadute sociali ed effetti reali sul pubblico impiego”.
Precedentemente, in mattinata, presso la sede Cisal di via Roma in Crotone, con inizio alle ore 12,00, una breve conferenza stampa sarà l’occasione in cui i dirigenti nazionali del sindacato renderanno note le proprie osservazioni e si confronteranno sul tema con gli operatori dell’informazione.
Com’è noto, infatti, la tanto decantata e miracolosa riforma della pubblica amministrazione, il Jobs Act e lo Sblocca Italia (e perché no anche la nuova Legge di Stabilità) che secondo il governo dovrebbero consentire di rilanciare il lavoro e l’intero “sistema” Paese, agli italiani in generale ed ai lavoratori dipendenti – pubblici o privati che siano – in particolare, tutto sembrano tranne che la panacea dei mali italici.
Jobs Act e Legge di Stabilità, così per come sono state ideate e messe a punto, ancora una volta sembrano essere l’ennesima cura più dannosa del male “recessione economica ed emorragia di posti di lavoro” che dovrebbe guarire. Del resto, com’è possibile pensare di rilanciare i consumi, risolvere i problemi economici della stragrande maggioranza degli italiani senza metterli in condizione di trovare o ritrovare un lavoro e senza prevedere un adeguamento dei salari italiani a quelli degli altri Paesi europei?
Com’è possibile pensare di incrementare l’occupazione se gli italiani – soffocati da tasse e costi elevati di bollette ed altri balzelli, con retribuzioni (per chi ha ancora la fortuna di averle) che non consentono loro di far fronte adeguatamente alle necessità familiari -, hanno ridotto di 80miliardi i consumi?
È con le 80euro di sgravi fiscali ad una piccola parte dei lavoratori o alle neo mamme (se mai verranno mantenute e/o concesse) abbondantemente compensate in negativo dalla c.d. clausola di salvaguardia, che intendono convincere gli italiani che la crisi è finita?
È con l’abolizione dell’articolo 18 (il totem ideologico, come l’ha quasi scherzosamente ribattezzato il premier) dipinto come il principale, se non l’unico, motivo che impedisce di ridurre drasticamente la disoccupazione che si rilancerà l’occupazione? È togliendo ai lavoratori dipendenti la possibilità di essere tutelati dalla legge difronte ad un sopruso ed ingiusto licenziamento, che improvvisamente e quasi per magia si darà ai milioni di disoccupati italiani la possibilità di ottenere l’agognato posto di lavoro.
Perché non si dice, invece e correttamente, che il vero motivo per cui le aziende non possono fare nuove assunzioni è quello che – con la domanda del mercato interno in continuo calo a causa dei portafogli degli italiani sempre più vuoti – sono senza commesse di lavoro e devono piuttosto licenziare per sopravvivere?
Purtroppo, fino ad oggi, tante chiacchiere per cercare di stordire gli italiani con favolette e tanti annunci; solo frasi ad effetto per impressionare. Fatti, invece, pochissimi o niente.
In realtà, una modifica a quest’articolo, quali nuovi scenari aprirà, se non un incremento esponenziale della precarietà e dell’incertezza nei giovani?
Poiché anche i dati Istat sembrano confermare questa visione negativa di milioni di italiani, vien da chiedersi: è questo quello di cui l’Italia ha veramente bisogno? Alla CISAL , pare proprio di NO.
È questa, lo smantellamento degli apparati dello Stato, la sempre crescente penalizzazione di milioni di lavoratori e delle loro famiglie l’operazione giusta per rinnovare, modernizzare e ridare competitività all’Italia? È così che si intende realizzare il necessario cambio di marcia e inversione di rotta, quindi innescare la ripresa economica e sociale? Secondo la CISAL, NO.
E tutte le altre iniziative quali una più attenta politica di sostegno al reddito; un rilancio dell’economia; un abbattimento del cuneo fiscale; una riduzione -quando non eliminazione – degli innumerevoli privilegi di cui ancora oggi e nonostante tutto godono i parlamentari e molti altri politici ; uno stop alle esternalizzazioni dei servizi pubblici e ad un taglio delle costosissime consulenze esterne a tutto danno delle tante valide professionalità interne alla P.A.., che i cittadini hanno più volte richiesto , quando verranno prese in considerazione ed attuate?
Per discutere di tutto questo ed esporre idee e progetti nonché concrete proposte di modifica del sistema atte a venir fuori dalla palude il Paese senza massacrare il pubblico impiego – ancor più in una terra come la Calabria e la provincia di Crotone che maggiormente ha risentito degli effetti negativi della crisi – presenzieranno all’evento, oltre ad alcuni dirigenti provinciali e regionali tra cui Rosaria Costantino e Mario Venneri, anche numerosi dirigenti e Responsabili Nazionali di Settore, tra cui il Coordinatore e Vice segretario Nazionale, Damiano Savastano; il Segretario Nazionali Fabio Schiavone; il Segretario Generale del predetto Dipartimento Cisal Fpc, Paola Saraceni. A qualificare ancor di più l’incontro e a testimoniare, ulteriormente, l’importanza dei temi trattati nel corso dell’evento, sarà presente il Segretario Generale Confederale CISAL, Francesco Cavallaro.