“Rimborsopoli mette in serie imbarazzo Renzi” Lo dichiara Franco Bevilacqua, Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale
Tre provvedimenti di custodia domiciliare, cinque divieti di
dimora in regione ed oltre due milioni e mezzo di euro sequestrati. E’ il
bilancio del terremoto politico, scaturito dall’inchiesta della Procura di
Reggio, che ha interessato la giunta Oliverio e gran parte di consiglieri ed ex
della Regione Calabria. L’operazione, che pone la lente d’ingrandimento sui
contributi regionali destinati al rimborso delle spese istituzionali ed
utilizzati, in realtà, per far fronte ad esigenze meramente personali «mette in
serio imbarazzo, forse, anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi». Lo
afferma in una nota il senatore di Fratelli d’Italia, Franco Bevilacqua, il
quale si domanda con fare provocatorio «se Renzi sapesse dello scossone
giudiziario che da lì a poco avrebbe colpito la giunta Oliverio», ricordando le
dichiarazioni dei giorni scorsi in cui proprio «il presidente della regione Calabria
affermava di non poter completare la giunta, non avendo Matteo Renzi ancora
sciolto le riserve sui nominativi della componente renziana che
avrebbe dovuto trovare collocazione nella giunta calabrese. Anche a livello nazionale,
forse, si respirava aria di ciò che stava per accadere…». Il terremoto politico
che vede 31 politici indagati nell’ambito delle “spese pazze” pone ancora una
volta all’attenzione la questione morale. «Alla luce di ciò – aggiunge
Bevilacqua – sarebbe il caso che il presidente Oliverio si dimettesse al più
presto». Pur non essendo «egli personalmente coinvolto, su di lui ricade la
responsabilità delle scelte, visto e considerato che gli assessori che lo
affiancano nella gestione della Regione risultano tutti indagati, anche
pesantemente, insieme al presidente del Consiglio regionale. Se a questi,
inoltre, si aggiungono consiglieri ed ex consiglieri messi sotto accusa, la situazione
diventa inaccettabile». E proprio riguardo l’assessore ai Lavori pubblici e ai
Trasporti, Antonino De Gaetano, Bevilacqua ricorda come « Mario Oliverio difese
la sua nomina preferendolo alla Lanzetta». “Se c’è lui non posso esserci io”,
aveva tuonato l’ex ministro quando il governatore della Calabria le offrii un
posto in giunta. Il sospetto, rimasto tale, che i voti di De Gaetano potessero
essere inquinati portò Maria Carmela Lanzetta, dimessasi nel frattempo da ministro
per gli Affari regionali e le Autonomie, a rifiutare l’assessorato e consentire
ad Oliverio di tenere in giunta Nino De Gaetano. «Scelta da lui – afferma
Bevilacqua – fortemente voluta e per la quale dichiarò di assumersene in toto
le responsabilità». E in relazione alle reazioni a caldo del presidente della Regione,
il senatore di centrodestra commenta: «Ritengo che i problemi non si possano risolvere,
così
come Oliverio ha dichiarato, con la nascita di una nuova giunta. L’indagine della
Procura reggina
ha interessato gran parte del mondo politico calabrese. E’ necessario fare
pulizia, la Calabria è stanca e i partiti devono anch’essi assumersi la
responsabilità delle scelte dei propri candidati». In riferimento, invece, alla
dichiarazione dei grillini, secondo i quali il M5s sarebbe il solo partito
rimasto fuori dall’indagine, Bevilacqua ricorda che anche «Lega e Fratelli d’Italia
sono fuori da coinvolgimenti nell’operazione “Erga Omnes”, ma questi, così
come il
M5s, non sono presenti in Consiglio regionale. Non lo sono ora e non lo
erano cinque anni fa». Si rafforza così, «anche dopo questa indagine, il
convincimento che, anziché abolire le province, andrebbero eliminati
i carrozzoni che portano a dissipare le finanze pubbliche». La Calabria non è,
infatti, l’unica regione coinvolta nell’ambito delle “spese pazze”. Ma questa
è
un’altra storia.
Sen. Franco Bevilacqua, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale