Rimborsopoli, Oliverio chiede restituzione soldi A tutti i consiglieri regionali coinvolti nell'inchiesta
CATANZARO – Il presidente della Regione Calabria, attraverso una lettera ufficiale da lui firmata e controfirmata dal segretario regionale della presidenza Bruno Apicella, ha inviato ai 31 indagati nell’inchiesta “Rimborsopoli” del 23 giugno 2015 a fronte dell’ordinanza del giudice delle indagini preliminari Olga Tarsia, di restituire le somme assegnate ai gruppi regionali.
Recita l’oggetto: «Illecita utilizzazione di fondi assegnati ai gruppi consiliari regionali – Richiesta e intimazione di pagamento – Costituzione in mora». Questo il testo della lettera: «In ottemperanza alla richiesta pervenuta dalla Procura Regionale della Corte dei Conti con la presente si richiede e si intima la restituzione delle somme utilizzate dalle S.V. quali fondi assegnati ai gruppi consiliari regionali negli anni 2010, 2011 2 2012, per gli importi indicati nel prospetto di cui alla nota allegata. Si precisa che la presente richiesta di restituzione ed intimazione di pagamenti si riferisce “non solo agli importi contestai alla S.V. uti singulo, ma anche a quelli imputati ai consiglieri regionali facenti parte del gruppo di appartenenza”. La presente richiesta di restituzione ed intimazione di pagamento ha valore di costituzione in mora per gli importi predetti e di atto interruttivo della prescrizione ai sensi e per gli effetti di cui agli art. 1219 e 2943 del codice civile. Si allega la nota della Procura Regionale della Corte di Conti n. 6805 del 16/6/2016 con prospetto delle somme contestate».
Nell’ordinanza del giudice Tarzia furono raggiunti, anche se poi le singole posizioni si sono meglio precisate in seguito, anche con alleggerimenti e proscioglimenti individuali, le seguenti persone: Luigi Fedele, Piero Aiello, Giovanni Nucera, Pasquale Maria Tripodi, Giovanni Franco, Alfonso Dattolo, Gianluca Gallo, Giovanni Bilardi, Carmelo Trapani, Alfonsino Grillo, Claudio Parente, Salvatore Magarò, Antonino De Gaetano, Ferdinando Aiello, Giuseppe Bova, Nicola Adamo, Vincenzo Ciconte, Giuseppe Giordano, Emilio De Masi, Domenico Talarico, Sandro Principe, Demetrio Battaglia, Pietro Amato, Bruno Censore, Mario Franchino, Mario Maiolo, Carlo Guccione, Antonio Scalzo, Francesco Sulla, Agazio Loiero e Diego Fedele.La somma da restituire si aggirerebbe intorno a poco meno di 3 milioni di euro.
Ricordiamo che questa vicenda politico-giudiziaria portò a un azzeramento della prima (mini) giunta regionale. L’assessore De Gaetano fu arrestato, ma poi si dimisero anche gli assessori Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte, e anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo. Anche Luigi Fedele fu arrestato, e per il senatore Bilardi s’è chiesta al Parlamento l’autorizzazione all’arresto che non è mai arrivata. E, comunque, tante posizioni si sono ridimensionate nel tempo. E ora la tegola delle somme da restituire.