“Rinascita Scott”, Giancarlo Pittelli nuovamente in carcere per aver violato i domiciliari L'ex parlamentare ha inviato una lettera al ministro Mara Carfagna, "Sono detenuto in ragione di accuse folli formulate dalla Procura di Gratteri"
L’ex parlamentare di Forza Italia e noto avvocato penalista Giancarlo Pittelli imputato nell’inchiesta della DDA di Catanzaro denominata “Rinascita Scott”, ritorna in carcere per aver violato i domiciliari in quanto aveva scritto una lettera al ministro Mara Carfagna, sua ex collega di partito, lamentando la sua condizione di indagato. Il Tribunale di Vibo ha accolto la richiesta della DDA di Catanzaro come violazione dei domiciliari ed ha rispedito Pittelli in carcere.
La lettera di Pittelli alla Carfagna inizia così, “Cara Mara, non potrei avere rapporti di corrispondenza con nessuno ma ti prego di credere che sono ormai disperato (…) Sono detenuto in ragione di accuse folli formulate dalla Procura di Gratteri ed asseverate dalla giurisdizione asservita”.
Pittelli con un tono disperato, ma anche “minaccioso” scrive ancora, “Ti chiedo di non abbandonarmi perché sono un innocente finito nelle grinfie di folli per ragioni che rivelerò alla prima occasione”.
Chiude la lettera con un accorato appello, “Aiutami in qualunque modo, io vivo da due anni in stato di detenzione, finito professionalmente, umanamente e finanziariamente (…) Tutto ciò non è giusto”. Lasciando il numero della moglie per “per eventuali comunicazioni”.
Ma poi quando il ministro riceve la lettera, la invia all’Iispettorato di Pubblica Sicurezza di Palazzo Chigi e poi arriva sul tavolo del Procuratore Nicola Gratteri dopo un passaggio dalla Squadra Mobile di Catanzaro e infine giunge sul tavolo del procuratore Nicola Gratteri, chiedendo così l’aggravamento della misura cautelare.