Forte scossa di terremoto in Aspromonte L'ipocentro a soli 60 chilometri di profondità. Non sono stati segnalati danni ma in diverse città il sisma, di magnitudo 3.3, è stato avvertito in maniera distinta
Alle ore 8 di stamattina, una scossa di terremoto di magnitudo 3,8 Rickter, localizzato nel distretto sismico “Aspromonte”, con epicentro nella provincia di Reggio Calabria e avvertito da Vibo Valentia fino a Siracusa, ci ricorda, ancora una volta, l’alta esposizione al rischio sismico della nostra regione. Ma altre scosse si sono registrate nei giorni scorsi, anche in altre zone della Calabria con epicentro nel mare, tra Belvedere Marittimo e Scalea, in provincia di Cosenza.
E puntualmente siamo a ricordare che per difenderci da questo fenomeno naturale è necessario sopratutto pianificare adeguatamente ogni intervento sul territorio, costruire nel rispetto della normativa antisismica vigente ed adeguare e migliorare sismicamente il patrimonio edilizio già esistente.
La Legge sismica regionale n. 35/2009 attualmente prevede procedure di controllo rigoroso sui progetti delle opere con volume maggiore a 3000 mc e/o altezza maggiore ai 10,5 m, per cui una buona parte dei progetti viene verificata. Tuttavia è auspicabile che in tempi brevi, al fine di concretizzare una maggiore garanzia della qualità progettuale degli interventi sul territorio, venga pienamente e definitivamente attuata la citata Legge regionale 35/2009, con il controllo della totalità dei progetti. Non ci stancheremo mai di evidenziare alla politica regionale che, all’uopo, per una completa istruttoria dei progetti, necessita il potenziamento della componente geologica nelle strutture tecniche regionali (Servizi tecnici decentrati – ex Genio civile), attualmente molto carente: la presenza di geologi nelle strutture tecniche è infatti indispensabile per garantire il controllo efficace degli elaborati geologici a corredo delle progettazioni.
Bisognerebbe avere piena conoscenza sulla vulnerabilità sismica dell’edificato esistente. Al riguardo sarebbe utile l’istituzione di un “Fascicolo del fabbricato”: una sorta di “libretto sanitario” dell’edificio, finalizzato a valutarne le reali condizioni sismiche, statiche, strutturali e geologiche del sito ove esso sorge. E’ bene ricordare che in Calabria molti edifici sono stati realizzati antecedentemente all’introduzione della legge antisismica del 1974 (L. 64/74), quindi progettati senza alcun criterio antisismico, tra cui, sembrerebbe, circa 3.000 scuole.
Necessiterebbe accelerare la redazione degli studi di “Microzonazine Sismica”: essi individuano gli effetti locali di un sisma, informazioni di primaria importanza per il governo del territorio, per la progettazione e per la pianificazione. La legge n. 77/2009 stabilisce, attraverso Ordinanze di Protezione Civile, la possibilità di contributi finanziari ai Comuni per la redazione di tali Piani e per la realizzazione di interventi strutturali per il rafforzamento locale o il miglioramento sismico di edifici. Tuttavia, si tratta di sforzi incoraggianti ma certamente non sufficienti per via delle esigue risorse finanziarie disponibili. La politica deve necessariamente sforzarsi ad incentivare maggiormente tali iniziative su tutto il territorio regionale.
E i Piani di Emergenza Comunale a che punto sono? Ricordo che il Piani di Emergenza rappresentano lo strumento indispensabile per la prevenzione dei rischi su scala comunale, essi raccolgono l’insieme delle procedure operative d’intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio. Esiste una legge (L.100/2012) che stabilisce che tutti i Comuni sono obbligati a dotarsi di un “Piano di Emergenza” costantemente aggiornato, tuttavia, attualmente, nonostante l’obbligo dettato dal disposto normativo, ancora poco più del 50% dei Comuni calabresi si è dotato di un Piano di Emergenza e la Calabria rappresenta il fanalino di coda rispetto ad altre realtà regionali, assieme al Lazio, alla Campania e alla Sicilia.
Inoltre, necessiterebbe incrementare le attività finalizzate ad erudire la popolazione nelle attività di protezione civile, sui modi comportamentali da tenere durante gli eventi sismici.
Il territorio regionale è particolarmente esposto al rischio sismico, per cui bisogna tenere sempre alta l’attenzione ed essere pronti a fronteggiare l’eventualità che un “forte” terremoto si possa verificare da un momento all’altro, prendendo come esempio il “modello Giappone”.
L’Ordine dei Geologi, con grande spirito di servizio, da diverso tempo ormai, sta organizzando nelle scuole, attività divulgative sui rischi territoriali. L’educazione della popolazione rispetto ai rischi del territorio rappresenta il primo passo verso la strategia della prevenzione.