Rito “juju” per sfruttare minore, arresti della Polizia Tre persone sono finite in manette tra Bologna e Cosenza
La promessa di un lavoro come colf in Italia per aiutare la famiglia in Nigeria, poi il famigerato rito animista “juju” per assoggettarla e farle credere di essere costretta a rispettare l’accordo. In questo modo, una 17enne nigeriana orfana di padre era stata portata in Emilia da una organizzazione specializzata nella tratta dei migranti e nello sfruttamento della prostituzione. Lo ha scoperto la squadra Mobile di Bologna, che ieri ha dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere (chieste dal Pm Stefano Orsi e firmate dal gip Letizio Magliaro) nei confronti di due sorelle nigeriane, Mabel Ohionmwonbar e Mary Odia, 24 e 36 anni, e del connazionale Frank Agbai, 38.
Le prime sono state arrestate a Castelfranco Emilia, nel Modenese, dove vivono, mentre l’uomo è stato preso a Castrovillari (Cosenza): rispondono di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma sono indagati anche per tratta di esseri umani. L’indagine è partita nel maggio 2017 quando la ragazza, ora maggiorenne, si è rivolta alla onlus bolognese “L’albero di Cirene”, che assiste per strada le vittime di sfruttamento e che l’ha messa in contatto con la Polizia.