Roma e Cittanova ricordano Teresa Gullace Giovedì scorso una manifestazione nella Capitale per ricordare la cittanovese martire della Resistenza
CITTANOVA – L’Amministrazione Comunale di Cittanova intende perpetuare nella memoria collettiva il ricordo di Teresa Talotta Gullace, martire della Resistenza, vittima innocente della cieca barbarie nazista durante l’occupazione di Roma, Medaglia d’oro al merito civile.
Per questo, ancora una volta, il Comune di Roma e il Comune di Cittanova, lo scorso 3 marzo, hanno celebrato insieme, nella ricorrenza della vile uccisione, la figura di questa cittanovese ormai divenuta un simbolo di pace e di resistenza.
Alla manifestazione, svoltasi nella capitale, ha presenziato il Sindaco Francesco Cosentino che ha portato il saluto dell’intera comunità cittanovese a questo momento di cordoglio ma anche di commosso ricordo per una sfortunata madre e moglie, diventata, suo malgrado, una delle più conosciute eroine della Resistenza ed un simbolo della lotta alla violenza ed al sopruso.
Particolarmente toccante l’incontro del primo cittadino con il figlio di Teresa Gullace, Umberto ed una delle nipoti, con i quali è stata ricordata questa figura ormai simbolica di donna che è stata immortalata dal grande maestro Roberto Rossellini nel film “Roma città aperta”, raffigurata da un’indimenticabile Anna Magnani.
Significativo anche l’incontro con gli studenti del liceo scientifico statale “Teresa Gullace” di piazza Cavalieri del Lavoro, nel quartiere tuscolano, al quale ha presenziato anche il prof. Fabio Cuzzola del Liceo Classico di Cittanova, unitamente a rappresentanze istituzionali del Campidoglio e del I municipio.
Il Sindaco ha rilevato come il senso dell’appartenenza ad una comunità si rinsalda anche attraverso la memoria, pur se tragica, dei fatti passati, a maggior ragione quando si rievocano atti eroici compiuti da nostri concittadini che segnano in modo indelebile la memoria storica collettiva.
Di tutto questo Teresa Talotta Gullace resterà per sempre un mirabile esempio da commemorare degnamente, in quanto celebrare quel pur tragico evento significa trasmettere la consapevolezza del passato per legarla, nel comune sentire, alle scelte future delle giovani generazioni improntate alla legalità ed alle libertà civili e democratiche.