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Roma, il Senato dice ok a M5S su reddito cittadinanza

Roma, il Senato dice ok a M5S su reddito cittadinanza

| Il 21, Dic 2013

Il barese Pino Abbatescianni chiede al governo italiano, casa, lavoro e reddito di cittadinanza

di ROBERTA STRANO

Roma, il Senato dice ok a M5S su reddito cittadinanza

Il barese Pino Abbatescianni chiede al governo italiano, casa, lavoro e reddito di cittadinanza

 

di Roberta Strano

 

 

Giovedì 19 dicembre, a Roma, grande vittoria per il partito 5 stelle, il Senato ha infatti votato a maggioranza contro il voto contrario di Forza Italia, un ordine del giorno del movimento che la senatrice M5S Nunzia Catalfo ha definito con queste parole: “Impegna il Governo ad assumere iniziative per introdurre il reddito di cittadinanza, predisponendo un piano che individui la platea degli aventi diritto, considerando come indicatore il numero di cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà”.
“Il Movimento 5 Stelle sta discutendo in Rete con migliaia di cittadini la propria proposta di Reddito di Cittadinanza – ha ancora sottolineato – questo ordine del giorno approvato da uno dei rami del Parlamento è una chiara indicazione al Governo per discutere quanto prima la legge sul Reddito di Cittadinanza”.
“Per nove mesi – ha aggiunto la senatrice- i nostri ordini del giorno e mozioni in tal senso sono stati respinti. Ora il muro inizia a cadere e tutte le forze parlamentari sono costrette e impegnate ad iniziare una vera discussione per arrivare al Reddito di Cittadinanza. Questo grazie al Movimento 5 Stelle e la sua tenacia”.
Una buona notizia, ma pensare che queste siano ancora parole e non fatti, la dice lunga. Negli altri paesi europei il reddito di cittadinanza esiste da decenni.
Emblematico il caso, come ne esistono ormai a centinaia, se non a migliaia, di Giuseppe Abbatescianni, un barese di 46 anni che a causa soprattutto della dilagante crisi ha perso il suo lavoro di titolare di un’agenzia d’investigazione e che da quattro mesi vive nell’indigenza più assoluta. Pino ha deciso che dal 24 dicembre, vigilia di Natale, incomincerà lo sciopero della fame ad oltranza che finirà soltanto quando riuscirà ad ottenere dal Governo italiano il “Diritto alla Vita”, ossia il diritto ad avere un’abitazione, il diritto al lavoro e, in assenza sia della casa, che del lavoro, vedere riconosciuto il reddito di cittadinanza. ‘Non è un gesto egoistico, – precisa – ma un segnale forte verso la politica per evitare che, persone come me, muoiano sole e invisibili.’