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TAURIANOVA (RC), SABATO 11 GENNAIO 2025

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Rosarno, Minniti: “Disimpegno Coca Cola sarebbe ritorsione”

Rosarno, Minniti: “Disimpegno Coca Cola sarebbe ritorsione”

| Il 28, Feb 2012

Il deputato del Pd presenta un interrogazione parlamentare

Rosarno, Minniti: “Disimpegno Coca Cola sarebbe ritorsione”

Il deputato del Pd presenta un interrogazione parlamentare 

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Al Ministro dello Sviluppo Economico

Al Ministro dell’Interno

Al Ministro dell’Agricoltura

Premesso che

• secondo un’inchiesta, pubblicata la scorsa settimana, della rivista britannica The Ecologist sullo sfruttamento della manodopera africana in Calabria, la Coca Cola Company acquisterebbe, ai fini della propria produzione industriale, a costi ridottissimi succo d’arancia concentrato dalle aziende calabresi;

• sulla base delle risultanze dell’inchiesta giornalistica inglese, questo sarebbe il motivo per cui gli agrumicoltori della filiera calabrese si troverebbero costretti a sottopagare la manodopera immigrata (25 euro per una giornata lavorativa di 14-15 ore);

• a seguito del clamore suscitato dall’inchiesta giornalistica, la Coca Cola Company, secondo quanto riferiscono gli organi di stampa del 27 febbraio 2012, sta procedendo alla disdetta dei contratti con le aziende di trasformazione degli agrumi della Piana di Rosarno. Il tutto per “tutelare la propria immagine – si giustifica la multinazionale di Atlanta (Usa) – colpita dagli articoli che hanno messo in stretta relazione lo sfruttamento bestiale degli immigrati con l’aranciata Fanta, marchio della Coca Cola Company”;

• la vicenda in questione si inserisce in una realtà territoriale già colpita da una profonda crisi socio-economica e balzata prepotentemente alla cronaca già due anni fa (i “fatti di Rosarno del gennaio del 2010”, ndr), quando nell’area reggina si registrarono fortissime tensioni e scontri e tra gruppi di immigrati africani (molti dei quali costretti a vivere in condizioni assolutamente disumane) e la comunità rosarnese (con feriti anche tra le forze di polizia chiamate a riportare la calma tra le parti), ed in cui evidenti furono, come hanno ipotizzato alcune indagini della magistratura calabrese, le implicazioni ed il ruolo della ‘ndrangheta;

• alla luce della vicenda Coca Cola, Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, primo cittadino nel mirino delle cosche (ha subito attentati e minacce dai boss della zona), fortemente impegnata ad assicurare sistemazioni più dignitose per i braccianti extra-comunitari, prevede conseguenze disastrose dal disimpegno della multinazionale americana, afferma: “La nostra economia subirà un danno devastante. Già molti agricoltori non raccolgono più il prodotto – spiega – se a questo scenario si aggiunge il taglio della Coca Cola, allora rischiamo davvero di finire al tappeto”;

• anche il presidente della Coldiretti-Calabria, Pietro Molinaro, si è pronunciato sulla vicenda affermando che “la disdetta dei contratti da parte delle multinazionali è un atto ritorsivo ma di debolezza contro il quale occorre fare fronte comune”. Secondo l’esponente dell’associazione di categoria occorre conquistare anche il consenso dei consumatori e a questo proposito occorrerebbe “modificare la legge che stabilisce l’utilizzo nelle bevande al gusto di arancia del 12% di succo concentrato ed i regolamento per l’etichettatura obbligatoria sulla provenienza della materia prima”. Inoltre – prosegue Molinaro – “la distorsione all’interno della filiera agrumicola è evidente e crea sperequazione e aberrazioni tangibili, con un sicuro beneficio economico solo per le multinazionali delle aranciate”.

Per sapere se

• se i Ministri in indirizzo, per quanto di propria competenza, siano a conoscenza delle allarmanti informazioni pubblicate sulla stampa estera e internazionale e se non ritengano opportuno accertare in tempi brevissimi la fondatezza e gli esatti contorni delle notizie;

• quali provvedimenti intendano assumere, ognuno per la sfera di propria competenza e qualora i fatti corrispondano a quanto riportato dalle fonti giornalistiche, ai fini della tutela della produzione della filiera agrumicola calabrese caratterizzata da annose e profonde distorsioni del mercato del lavoro;

• quali azioni intendano esperire in merito al comportamento di disimpegno della Coca Cola Company rispetto al mercato agrumicolo calabrese, disimpegno che, se confermato, rivelerebbe una evidente natura ritorsiva e punitiva, non conforme alle regole del mercato e al ruolo di una grande multinazionale con enormi interessi non solo in Calabria ma anche nel territorio nazionale;

• quali misure intendano esperire per evitare che, stante la conferma dell’atteggiamento di disimpegno della Coca Cola Company in Calabria, si giunga al collasso di un contesto produttivo e sociale, quello della Piana di Rosarno, già duramente colpito dagli effetti della crisi economica e finanziaria nazionale e internazionale.

On. Marco Minniti