Rosarno, omicidio Antonio Scarfone, ridotte le pene dei coniugi Scarfone e Timpani I due sono difesi dall'avvocato Adele Manno del foro di Catanzaro
Si è concluso il giudizio che aveva portato alla sbarra Scarfone Vittoria e Timpani Vincenzo, difesi dall’avv. Adele Manno del foro di Catanzaro, per l’omicidio di Scarfone Antonio, fratello della donna.
Gli imputati erano rimasti in carcere due anni, prima che la Corte di Assise di Palmi li scarcerasse a seguito della riqualificazione del reato di omicidio aggravato in quello di tentata violenza privata, condannandoli alla pena di anni tre e mesi sei di reclusione.
Ieri la seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria (presidente Bruno Muscolo), ha ridotto ulteriormente le pene ad anni uno e mesi quattro di reclusione per Scarfone Vittoria (assolta per non aver commesso il fatto dal reato di violenza aggravata relativo al litigio della mattina avvenuto con l’uso delle armi ed a cui la donna aveva sempre negato di aver preso parte), ed anni due e mesi quattro di reclusione per Timpani Vincenzo, a seguito di concordato richiesto dalla Difesa ed accolto dal Sostituto Procuratore Generale (dr. Santo Melidona).
L’originario processo si era infatti diviso in due tronconi, quello definito ieri a seguito di giudizio ordinario e quello a carico di Scarfone Angelo, fratello della vittima tuttora detenuto, e Timpani Luigi, figlio dei coniugi Timpani-Scarfone, attualmente agli arresti domiciliari, condannati con rito abbreviato dalla corte di assise di appello di Reggio Calabria alla pena di anni 20 per Scarfone Angelo e anni 12 di reclusione per Timpani Luigi e per il quale è attualmente pendente la data di fissazione dell’udienza innanzi alla Suprema Corte di Cassazione”.
I coniugi nell’omicidio avvenuto a Rosarno il 14 agosto del 2016 a poche centinaia di metri dalla casa della madre, hanno sempre negato ogni coinvolgimento con l’omicidio che sembra essere maturato per spartirsi l’eredità della vittima.