Roy Biasi, Segreteria Nazionale Lega, Ponte sullo Stretto opera strategica, tra cultura ed economia Non dobbiamo immaginare che il Ponte sullo Stretto rientri solo in un'azione di sviluppo economico-sociale di stampo keynesiano, cioè capace di generare Pil e occupazione partendo da forti investimenti pubblici
«Il Ponte sullo Stretto è un’opera strategica per la Calabria, l’Italia e l’Europa. In preparazione di uno specifico incontro con gli amministratori locali di Sicilia e Calabria sto monitorando le opinioni di tantissimi consiglieri comunali, assessori e sindaci che spingono in questa direzione e mi invitano a fare presente al nostro leader, Matteo Salvini, quanto queste due Regioni del Sud avvertano il bisogno di uscire da una condizione di isolamento che ne penalizza tutte le maggiori potenzialità: turismo, agroalimentare, valorizzazione dei beni culturali e archeologici, commercio». Lo afferma Roy Biasi, membro della Segreteria nazionale della Lega nonché responsabile degli amministratori del Sud Italia. Roy Biasi già nelle vesti di assessore provinciale di Reggio Calabria aveva avuto modo di approfondire la questione relativa alla progettazione, costruzione e uso del Ponte sullo Stretto, e quindi potendo valutarne tutte le opportunità che ne deriverebbero.
«Non dobbiamo immaginare che il Ponte sullo Stretto rientri solo in un’azione di sviluppo economico-sociale di stampo keynesiano, cioè capace di generare Pil e occupazione partendo da forti investimenti pubblici – afferma Biasi -. Il Ponte ha prima di tutto un valore simbolico e culturale enorme, perché rappresenta un’idea di rilancio del Mezzogiorno, e in particolare di Calabria e Sicilia, basata sul genio dell’uomo. A 2.500 anni dall’illuminato governante Anassilao di Reggio Calabria, che per primo tentò di unire le due sponde dello Stretto in un’unica visione politica ed economico-sociale, oggi il livello tecnologico raggiunto dall’Europa e dall’Italia può consentirci di realizzare in massima sicurezza questa meraviglia. Ancora oggi l’antico Egitto viene ricordato per il prodigio delle Piramidi, opere che per la loro bellezza e potenza simboleggiano a distanza di millenni una civiltà estremamente avanzata. Dobbiamo guardare al Ponte sullo Stretto prima di tutto sotto questo punto di vista, come pietra miliare di un rilancio epocale del Mezzogiorno nel Terzo Millennio».
Roy Biasi, commentando la recente positiva intesa raggiunta dalle Regioni Calabria e Sicilia precisa inoltre: «Dopo gli immensi valori simbolici e culturali di quest’opera, non posso non sottolineare i variegati e durevoli vantaggi in termini di definitivo collegamento dell’Europa alla Sicilia, passando per la Calabria. Basterebbe pensare al tema dei treni veloci che non possono essere impiegati, da Milano a Palermo, o da Berlino a Catania, senza l’infrastruttura ferroviaria del Ponte. Accenno poi solo alle ricadute di natura turistica, paragonabili a quelle del Ponte di Brooklyn a New York o del Golden Gate nella Baia di San Francisco. Ma forse di più e lo dico non per campanilismo, ma perché questo meraviglioso Ponte sullo Stretto diventerebbe l’apice di circa tre millenni di civiltà calabro-sicula che ha avuto il suo apice nella Magna Grecia e nella Sicilia Greca, tra Pitagora e Ibico, tra Empedocle e Archimede, e un’infinità di intelletti che hanno costruito il pensiero occidentale e non solo». Roy Biasi conclude ricordando che nei prossimi giorni inizierà il tour degli amministratori leghisti dell’Italia Meridionale partendo proprio dal tema delle grandi infrastrutture, a partire appunto dal Ponte sullo Stretto.