Rumore eccessivo dannoso per bimbi In Svizzera esiste una Commissione Federale per la lotta contro il rumore che invita genitori e operatori a proteggere le orecchie dei più piccoli. In Italia poca attenzione al problema. Lo Sportello dei Diritti: occorre agire
Un problema estremamente sottovalutato nel Nostro Paese quello del rumore e delle
conseguenze sulla salute, specie dei più piccoli. Ma l’eccesso di chiasso causato
dal traffico di ogni genere, ed anche dalla radio, tv o dagli smartphone, ha conseguenze
negative sullo sviluppo cognitivo e fisico dei bambini. L’allarme è lanciato da
un’istituzione elvetica nata appositamente, la Commissione federale per la lotta
contro il rumore che, in occasione della giornata contro il rumore prevista per domani
26 aprile denominata “La quiete stimola”, invita genitori e operatori a proteggere
le orecchie dei più piccoli, riducendo le fonti di frastuono in casa e prendendosi
cura che sia loro garantito un sufficiente periodo di quiete e riposo.Le conseguenze
cui sono oggetto gli adulti esposti al rumore – una persona su cinque in Svizzera
che è un paese notoriamente meno esposto al problema, per esempio rispetto ad alcune
aree italiane – sono noti e documentati da molti studi, precisa la nota: maggiore
incidenza di patologie cardiovascolari come infarto e ictus, nonché aumento dei
casi di diabete.Meno conosciuti, ma non meno produttivi di effetti, sono i pregiudizi
derivanti dall’eccesso di baccano sui giovani. In Italia non sono note statistiche
recenti e pertanto ci pare opportuno far riferimento a quelle riferite dall’ente
svizzero anche perchè rappresentano senz’altro percentuali in difetto rispetto a
quelle nostrane: infatti, circa il 18% dei ragazzi in Svizzera di età compresa tra
i sette e i 19 anni sviluppano difficoltà di apprendimento a causa dell’esposizione
a rumore eccessivo da traffico stradale. Il rumore provoca una diminuzione della
capacità di concentrazione, rallenta i processi di apprendimento e, in generale,
nuoce alle prestazioni cognitive dei bambini.In particolare, lo sviluppo linguistico
viene perturbato quando i più giovani sono esposti a inquinamento fonico costante
(fracasso proveniente da traffico stradale, aereo o ferroviario, da radio e televisione,
da giocattoli rumorosi o da conversazioni mediante telefoni cellulari). Ciò impedisce
ai bambini, per esempio, di filtrare parole chiare dal rumore di fondo e di ripeterle,
con una conseguente mancanza di una base importante dell’apprendimento della lingua.L’esposizione
al rumore, peraltro, provoca nei più piccoli il rilascio nel sangue di ormoni dello
stress, ciò che può condurre a pressione sanguigna elevata e sovrappeso in età
infantile e a un aumento delle malattie cardiovascolari in età adulta.Per non parlare
poi delle conseguenze immediate: un’esposizione a frequenze superiori a 100 decibel,
oppure a un carico fonico superiore a 80 decibel per più di 10 minuti, può provocare
un danno all’udito irreversibile. I bambini più piccoli sono particolarmente in
pericolo perché il collegamento tra orecchio e cervello non è ancora completamente
sviluppato. Per questo motivo anche un’esposizione più breve e meno intensa può
causare danni uditivi permanenti. Alla luce di questi dati e dell’allarme lanciato
da un’istituzione autorevole, senz’alcun dubbio rapportabile anche all’Italia, Giovanni
D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rilancia l’invito a genitori,
operatori e a chiunque abbia una responsabilità sui bambini a prestare la massima
attenzione e a ridurre il più possibile l’esposizione dei piccoli a fonti di rumore.
Resta, comunque, necessaria una maggiore accortezza verso la prevenzione e la vigilanza
delle istituzioni in tutte quelle aree a forte impatto di traffico o industriale,
affinchè s’impegnino ad un contenimento delle frequenze anche attraverso delle forme
d’incentivazione per l’utilizzo delle più moderne tecnologie finalizzate alla riduzione
dei rumori.