Reggio Calabria – “Questioni di identità, la nuova era dell’Avo”, ecco il tema della giornata nazionale dei volontari ospedalieri, che quest’anno avrà luogo sabato 25 ottobre in tutte le città d’Italia. Anche l’Avo di Reggio Calabria, impegnata in queste settimane nel corso gratuito di formazione di aspiranti volontari, aderisce alla manifestazione promossa dalla Federavo (Federazione nazionale di associazioni di volontariato sanitario) proponendo alla cittadinanza tre appuntamenti. Martedì 21 ottobre il cine teatro Odeon ospiterà il concerto della banda musicale della “Città di Reggio”, diretta dal maestro Roberto Caridi, che si esibirà gratuitamente alle ore 19. L’ingresso è libero.
Venerdì 24 ottobre, all’ingresso del presidio ospedaliero Bianchi-Melacrino-Morelli, dove l’Avo reggina opera dal 1987, i volontari allestiranno una postazione informativa. Infine sabato 25 ottobre, come in tutta Italia, anche Reggio avrà la sua piazza Avo. Piazza San Giorgio Al Corso ospiterà i volontari che incontreranno la cittadinanza per illustrare la mission di servizio al prossimo che quotidianamente perseguono.
Un’occasione in cui conoscere e condividere l’impegno al fianco delle persone ammalate e dell’umanità più fragile che silenziosamente, ogni giorno dell’anno, l’Avo profonde, lanciando un messaggio di gratuità e amore vero il prossimo e offrendo, non solo simbolicamente, il bicchiere d’acqua a chi è assetato. Oggi le Avo in Italia sono diventate 240 e i volontari ben 30.000, attivi in oltre 500 strutture su tutto il territorio nazionale. L’AVO di Reggio Calabria è nata nel 1987 e oggi conta su circa 160 volontari in servizio attivo, presenti quotidianamente in dieci reparti dei Riuniti.
“Invitiamo – dichiara la presidente dell’Avo di Reggio Calabria Roberta Zehender – i cittadini tutti a partecipare a questa nostra festa nazionale per avere la possibilità di condividere le nostre attività e soprattutto per testimoniare come il contributo quotidiano dei volontari in ospedale sia divenuto un punto di rifermento per le persone ricoverate e per i familiari. I volontari non sono mai troppi quando il servizio da rendere è così prezioso e necessario”.