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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 22 DICEMBRE 2024

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Saletta: “Giardina alla fine dovrà chiedere scusa”

Saletta: “Giardina alla fine dovrà chiedere scusa”

| Il 19, Feb 2012

Durissima nota del vice presidente del consiglio provinciale contro il colonnello dei Ros

Saletta: “Giardina alla fine dovrà chiedere scusa”

Durissima nota del vice presidente del consiglio provinciale contro il colonnello dei Ros

 

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Di seguito la nota diffusa dall’avv. Giuseppe Saletta, Vice Presidente del

Consiglio Provinciale di Reggio Calabria, sulle dichiarazioni contro

il Governatore

Giuseppe Scopelliti:

Conosco Giuseppe e Tino Scopelliti da 29 anni.

Erano gli anni ’80 quando, unitamente all’odierno Governatore ed a tanti

altri ragazzi dei quali oggi molti sono noti professionisti, altri onesti

lavoratori, altri ancora purtroppo disoccupati, trascuravamo gli affetti e

qualche ora di studio per dedicarci ad un’intensa attività politica e

sociale.

Non la percepivamo come una perdita di tempo, ma come un’occasione di

semina in attesa che i nostri principi germogliassero.

Era l’epoca in cui droga e malaffare imperavano nella nostra terra, in cui

tanti giovani perdevano la retta via cadendo nel vortice della

tossicodipendenza e della criminalità.

Noi, seguendo i valori che ci erano stati trasmessi prima dai nostri

genitori e poi dal nostro partito, ci ritrovavamo nelle piazze e fuori le

scuole per propagandare la legalità e condannare fermamente ogni forma di

malcostume.

Ricordo – e ne conservo ampie tracce – manifesti e volantini con i quali

chiedevamo pene esemplari per i reati più gravi, che già da allora minavano

la crescita della nostra provincia.

Avevamo estratto dalle caselle della storia i nostri miti, contraddittori e

multiformi, geni della politica, signori della guerra, poeti, filosofi,

artisti.

Erano i tempi in cui il Colonnello Giardina era immerso nei suoi studi per

intraprendere la propria carriera militare, i tempi in cui molti giovani

seguivano gli “insegnamenti” di Oscar Luigi Scalfaro, i tempi in cui altri

ancora si chiamavano tra loro “compagni”.

Noi amavamo alternare momenti di riflessione a periodi di intensa attività

sportiva, sociale, conviviale, realizzando di fatto un tipo di vita

normale, sana, laddove l’attività del corpo serve alla mente affinché

questa non si astragga dalla realtà della vita: guardavamo a Mazzini

(pensiero ed azione), Mussolini (libro e moschetto) e San Benedetto da

Norcia (ora et labora).

Abbiamo sempre considerato l’onestà un piacere, il gusto di essere e di

restare liberi, rifuggendo dall’illecito non già perché ne temevamo le

conseguenze, ma per il nostro rigore morale: non avremmo sopportato di

essere diversi.

Con Peppe Scopelliti, oltre al senso di appartenenza ad una destra sociale

che fortemente ancora oggi influisce sulle scelte politiche, condividiamo

l’esperienza delle minacce e delle pallottole, condividiamo la voglia di

riscatto e la voglia di non chinare il capo dinanzi a logiche che non ci

appartengono.

Questa è la mia esperienza e non possono che suscitare sgomento le ultime

dichiarazioni pubblicate a tutta pagina sui nostri quotidiani.

Il Governatore viene posto a capo di una lobby affaristica, mafiosa e

finanche massonica: Scopelliti, a parere di Giardina, è l’uomo nero, la

causa di tutti i mali della nostra Calabria.

Io non mi rassegno ad ignorare questa presa di posizione e sento il dovere

di difendere il Governatore e la sua famiglia non per mero spirito di

servizio partitico.

L’amicizia con Peppe e Tino Scopelliti – a me che ho subito la mafia

unitamente alla mia famiglia, senza arrenderci – dà la certezza di aver

conosciuto e frequentato due galantuomini che nulla hanno da imparare in

tema di legalità.

E mi rammarico immaginando lo stato d’animo degli anziani genitori del

Presidente della Regione che, dopo aver patito i timori per le continue

minacce da parte dei mafiosi, subiscono oggi ingiustificatamente l’attacco

solitario di un uomo delle Istituzioni.

Da modesto giurista, ricordo a me stesso – ma avrebbe dovuto saperlo anche

un Colonnello – che le mere deduzioni investigative, non apportano

contributi significativi ad un procedimento penale.

Ogni processo, ogni giusto processo per come costituzionalmente garantito,

si fonda su risultanze probatorie certe e riscontrabili, non su aspetti

valutativi, in quanto tali inutili e di nessuna valenza giuridica.

Le uniche valutazioni che ci saremmo aspettati ma che, purtroppo, non sono

state fatte, riguardano una circostanza non trascurabile: Peppe Scopelliti

è stato eletto Sindaco di Reggio Calabria prima con il 54% delle preferenze

(2002) e poi con il 70% dei consensi (2007). Tralasciamo le percentuali

bulgare ottenute dallo stesso quale Consigliere Regionale prima e

Governatore poi.

Delle due l’una: o la stragrande maggioranza dei reggini e dei calabresi è

mafiosa, o le valutazioni di Giardina sono fallaci in partenza.

Una certezza, noi, l’abbiamo: gli elettori di Giuseppe Scopelliti oggi si

indignano.

Credo con ammirazione nei tantissimi Magistrati onesti e nelle Forze

dell’Ordine tutte, punti di riferimento intangibili della mia gioventù e di

tutta la mia vita. A loro guardo con fiducia affinché la vera verità sia

ristabilita. Sono certo che, alla fine di questa storia, qualcuno dovrà

chiedere scusa al Governatore Scopelliti ed alla sua famiglia.

*Avv. Giuseppe Saletta*

*Vice Presidente *

*del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria*