Conosco benissimo l’Area Grecanica e la Locride, così come il resto della
nostra provincia. Le ho girate in lungo e in largo per via della mia
attività professionale, del mio impegno civico, del mio amore per il
territorio. Eppure ogni volta che le visito, come avvenuto nella giornata
di ieri, quando dopo esser partito da Reggio ho toccato Bova marina, San
Lorenzo e Locri per incontrare singoli cittadini o associazioni ed altri
gruppi organizzati per ascoltare le loro istanze e per condividere con loro
analisi e proposte, l’Area Grecanica e la Locride suscitano in me
sentimenti contrastanti ai quali ogni angolo della nostra amata terra ci
spinge: l’incredulità e rabbia per le numerose e variegate criticità,
l’orgoglio e la speranza davanti alle tante e molteplici risorse umane e
territoriali. Un po’ come il grande scrittore calabrese Saverio Strati che
affermava “Io l’amo profondamente la mia Calabria, ho dentro di me il suo
silenzio e la sua solitudine tragica e solenne. Sento che pure qualcosa
dovrà venire fuori da lì: un giorno o l’altro dovrà ritrovare dentro di sé
ancora quelle tracce che conserva della antica civiltà della Magna Grecia”.
Criticità che sono acuite e risorse che non sono valorizzate da una classe
politica di centrodestra e di centrosinistra che hanno reso un inferno una
Calabria che, invece, potrebbe essere un paradiso. Un inferno dove la
viabilità lungo la costa è offerta in modo precario e insicuro da una 106
ribattezzata la “Superstrada della morte” e quella verso l’entroterra lo è
altrettanto incerta e pericolosa; dove la mobilità è sempre meno garantita
da una linea ferroviaria ionica che progressivamente sta venendo
smantellata in termini di corse ed infrastrutture; dove ci sono emergenze
ambientali e sanitarie testimoniate da fenomeni come scempi
urbanistico-architettonici o l’alta incidenza di gravi malattie come i
tumori; dove di queste se ne potrebbe nuovamente parlare se a Saline si
dovesse realizzare una centrale a carbone che, inoltre, non sarebbe
coerente con un contesto territoriale grecanico di gran pregio
naturalistico, paesaggistico, storico, tradizionale ed agroalimentare. E si
potrebbe continuare. Davanti a questo scenario, due sono le opzioni:
lasciarsi andare o reagire. Io sono per la seconda. Bisogna reagire.
Reagire spronando la cittadinanza a partecipare civicamente. Non in modo
generico, ma intorno a progetti. Progetti che personalmente, forte della
mia esperienza professionale nel sostegno alle piccole imprese giovanili,
delle battaglie vissute in prima linea come quella contro il carbone a
Saline e di una passione per il territorio che mi spinge a girarlo
soprattutto nell’entroterra, sento il dovere di avanzare, specialmente a
chi è rimasto deluso dalle amministrazioni locali e da quella regionale e
dalla politica in generale. Tra queste, oltre a quelle legate alle
criticità precedentemente evocate, ricorrendo finalmente ad una seria ed
efficace programmazione comunitaria, il salvaguardare e il valorizzare
l’ambiente e l’identità territoriale. Come fare? Iniziando veramente a
pensarli come risorse. Perché scenari come paesaggistici e naturalistici di
aree come quella della grecanica vallata dell’Amendolea o storici ed
archeologici come quello locrideo della magnogreca Kaulon purtroppo in
balia delle onde non possono essere considerati altrimenti. E come questi
ce ne sono a decine, specialmente nell’entroterra, dove si possono
apprezzare anche la tradizione e l’enogastronomia. Non basta pensarli,
però. Occorre mettere tutte queste realtà a sistema, in termini di
ricettività, servizi, eventi, musealità, agroalimentare, eccetera, creando
sinergie fra comuni e fra amministrazioni, cittadini ed imprenditori,
soprattutto nella realizzazioni di attività socio-culturali e produttive,
specialmente quelle giovanili. Discorsi, questi, estendibili a Reggio,
all’Area dello Stretto, all’Aspromonte e alla Piana di Gioia Tauro. E,
ovviamente, alla Calabria. Arrivando così al punto di poter dire che quanto
sentiva Saverio Strati era giusto. Io voglio provarci, anche per onorare
una figura appartenente alla Calabria bella che amo.#SalvaguardiAmolaCalabria
Salvatore Salvaguardia
Candidato al Consiglio Regionale della Calabria