San Camillo: armadio robotico, un grande spreco Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato
“Gli avevano dato il nome familiare di Mario, per farlo digerire. In realtà
l’armadio robotico del San Camillo, presentato in pompa magna dall’allora
direttore Luigi Macchitella e dal vicario di Marrazzo, Esterino Montino, si
è rivelato un grande bluff e un sperpero assoluto”.
Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “il
dispensatore automatico di farmaci, costato 16 milioni e preso in consegna
dalla farmacia del San Camillo, doveva avere determinate caratteristiche:
tracciabilità, sicurezza e risparmio nella spesa. In realtà negli anni si è
dimostrato che il sofisticato strumento ha caratteristiche assolutamente
opposte, sintetizzate in una delibera dello scorso 19 novembre, in cui si
afferma che i risultati non sono in linea con i benefici previsti. Chi
pagherà per i 3 milioni di euro annui investiti sul fallimentare
esperimento?”, si chiede Maritato. “Si era stimata per l’appalto una spesa
di 18 milioni di euro in 7 anni, con un risparmio di circa 10-13 milioni di
euro l’anno. Nei fatti, problemi strutturali, incompatibilità con alcuni
farmaci ed elevati costi di gestione e manutenzione hanno trasformato i
benefici in ulteriori spese. E la regione, come sempre, tace e
comprendiamo. Se l’ideatore di tale dubbia sperimentazione siede ancora
come commissario nella Asl di Viterbo in modo arbitrario, il suo mentore
Zingaretti non può smentire se stesso. AssoTutela farà di tutto perché tale
scempio abbia fine e porterà le carte in Procura perché contro tale
tracotanza ormai non bastano più le parole”.