San Ferdinando, Pronto Soccorso Gioia Tauro, Tripodi, “sconcerto e indignazione per tali mostruosità” Perché queste mostruosità non scendono graziosamente dal cielo ma, sono il risultato delle nostre personali scelte, delle nostre complicità, dei nostri silenzi davanti alle tresche tra il Malaffare e la Sanità, e delle nostre omertà di fronte ai loro ignobili accoppiamenti
La chiusura della Guardia Medica di San Ferdinando e del Pronto Soccorso di Gioia Tauro, insieme con i gravi e cronici disservizi che, presso Ospedali e presìdi medici, segnano negativamente il vissuto quotidiano di molti cittadini in condizioni di fragilità fisica, sono le tante, deformi creature nate da quel mostruoso accoppiamento tra un insaziabile Malaffare e una Sanità infedele.
Davanti a tali mostruosità ci assale sempre un senso rabbioso di sconcerto e di indignazione, che , però, si esaurisce, ben presto, in una generica protesta a cui segue sempre una delusa rassegnazione.
Sarebbe più utile, al contrario, trasformare tale sconcerto in volontà di capire, di indagare, di interrogarci e di mettere noi per primi in discussione.
Perché queste mostruosità non scendono graziosamente dal cielo ma, sono il risultato delle nostre personali scelte, delle nostre complicità, dei nostri silenzi davanti alle tresche tra il Malaffare e la Sanità, e delle nostre omertà di fronte ai loro ignobili accoppiamenti.
Le comprensibili e legittime proteste non possono, perciò, diventare alibi per dichiararsi innocenti o estranei.
Siamo noi, infatti, a eleggere questa classe politica che, a destra e a sinistra, frequentemente sorpresa a puttaneggiare con il Malaffare, ha trasformato la Sanità in prateria da invadere e depredare , piuttosto che in un campo da coltivare e mettere a frutto per la collettività.
E, come sempre accade, quando si presentano situazioni critiche, siamo pronti a invocare e a credere alle soluzioni miracolistiche, alle parole dell’uomo della Provvidenza, che promette di sconfiggere i cattivi e far trionfare l’Ordine e la Giustizia.
Fingiamo coscientemente di ignorare, cioè, che la Sanità in Calabria, è, da tempo, oramai, un coacervo di interessi anche criminali che ha perso il senso della vergogna e quello del peccato.
Un coacervo che continuerà ad esprimere tutta la sua funesta vitalità fino a quando resteremo plebe servizievole e compiacente, rinunciando a crescere e diventare cittadini consapevoli, capaci di pretendere il rispetto dei diritti che ogni vivere civile esige.