Sanità Calabria, Casapound parla di “politica incompetente” Mimmo Gianturco: "I cittadini costretti a pagare scelte scellerate"
Reggio Calabria – “Nella sanità calabrese si continua a parlare di piano di rientro, di numeri, di tagli e di nuovi progetti, ma nel frattempo la gente emigra per farsi curare o muore a causa di servizi molto scarsi. È questo il caso verificatosi nell’ospedale reggino “Riuniti” dove una donna è deceduta alcuni giorni dopo un parto gemellare. Tutto ciò è inaccettabile, non possono essere i cittadini a pagare sulla propria pelle le scelte scellerate di una politica regionale incompetente”. Sono queste le dure affermazioni di Mimmo Gianturco, responsabile regionale di CasaPound Calabria.
“La situazione in cui versano tantissimi ospedali calabresi è di una gravita inaudita – dichiara – e ciò che è successo nel nosocomio di Reggio Calabria, è la rappresentazione plastica dello sfacelo in cui versa tutta la sanità calabrese. Si assiste costantemente alla riduzione di posti letto, riduzione del personale, chiusura di ulteriori reparti, etc. Le criticità presenti nella struttura sanitaria reggina – spiega Gianturco – è nota ormai da tempo. Dopo la chiusura del reparto di ostetricia a Melito Porto Salvo, che smaltiva oltre 800 parti all’anno il lavoro è stato trasferito a Reggio Calabria senza però potenziare la struttura ospedaliere. Così facendo a Reggio Calabria bisogna gestire un numero ingente di parti nonché gli interventi di chirurgia ginecologica. Una situazione inaccettabile, dunque, che ha messo in ginocchio la sanità creando forti disagi ai cittadini mettendo a rischio la loro stessa vita”.
“I tagli lineari nel settore della sanità regionale, non sono accettabili, non si devono ridurre i servizi a questo fondamentale settore ma occorre eliminare gli sprechi. La politica non può restare indifferente dinnanzi a tutto ciò. Tutti i nostri parlamentari e politici regionali devono battere i pugni sui tavoli ministeriali affinché si trovi una soluzione immediata a questa insostenibile situazione. In questa battaglia, – conclude – devono spendersi tutti, nessuno escluso”.