di Nelly Dogali
La presunta malasanità è ormai diventata proverbiale in Calabria. È incredibilmente lungo l’elenco degli episodi negativi legati alla sanità e alle strutture ospedaliere della nostra Regione. Un settore gestito male dalla classe politica, che da anni fatica a mettersi allo stesso livello delle altre Regioni d’Italia. L’ultima notizia riguarda il decreto Calabria, approvato il 19 giugno, con il quale il ministro Grillo intendeva “riportare il diritto alla salute in Calabria, riavviare le assunzioni in tutto il Paese, dare spazio al futuro dei giovani medici perché il nostro Ssn possa continuare a funzionare”. Il decreto avrebbe dovuto rimediare alla situazione di emergenza della sanità nella nostra Regione, dopo dieci anni di Piano di rientro e commissariamento.
Per risolvere le evidenti incursioni della criminalità locale nel settore sanitario, i nuovi provvedimenti prevedono che il servizio sanitario debba passare per la Consip (Centrale nazionale per gli acquisti della Pubblica Amministrazione) o per centrali di committenza di altre Regioni per acquistare i farmaci, attraverso protocolli stipulati con l’Anac. Sembra però che, proprio a causa di questo provvedimento che crea un vuoto legislativo, la Calabria potrebbe trovarsi entro pochi giorni a non avere più a disposizione i farmaci salvavita. Per affrontare questa problematica creata dal Decreto Calabria, insieme alle questioni legate alla mancata assunzione di personale e alla paralisi gestionale, nel pomeriggio di oggi il presidente della Regione Mario Oliverio incontrerà il commissario ad acta per il Piano di Rientro Saverio Cotticelli ed i cinque Prefetti.