Sanità, D’Ippolito: “Integrazione Dulbecco è fantasia” Prosegue l'esponente del M5s: "Si parli di assunzioni, finanziamento statale e meno aziende"
«È fumoso parlare dell’integrazione tra le aziende Pugliese-Ciaccio e Mater Domini di Catanzaro. Specie adesso, dovremmo invece occuparci di assunzioni negli ospedali e di ripartizione del Fondo sanitario sulla base del fabbisogno regionale di cure, per garantire alla sanità calabrese 1.500 nuovi addetti e 130milioni all’anno in più». Lo afferma, in una nota, l’avvocato e docente universitario Giuseppe d’Ippolito, candidato M5s per la Camera, nel collegio uninominale di Catanzaro-Lamezia Terme. «Addirittura – prosegue D’Ippolito – c’è chi vorrebbe accorpare l’ospedale lametino all’immaginaria azienda sanitaria Dulbecco, che, nella lontanissima ipotesi di istituzione da parte del Consiglio regionale, penalizzerebbe il Pugliese-Ciaccio a vantaggio del policlinico universitario, il quale gli caricherebbe i debiti prodotti malgrado riceva 10milioni all’anno in più dalla Regione Calabria sfruttando un protocollo d’intesa scaduto dal 2008 e dal 2012 contrario alle norme vigenti». «Discutendo del sesso degli angeli, la politica dei vecchi partiti – incalza D’Ippolito – tiene congelata un’importante proposta di legge di iniziativa popolare, promossa dalla deputata M5s Dalila Nesci e dal Movimento 5stelle insieme a Luigi Di Maio e presentata nel dicembre 2016 in Consiglio regionale. Tale proposta prevede di ridurre a 7 le aziende del Servizio sanitario regionale, con una divisione tra medicina ospedaliera e del territorio, una riduzione milionaria dei costi pubblici e il conseguente miglioramento di gestione». «Il Pd e Forza Italia – continua D’Ippolito – hanno ignorato del tutto che la proposta, a costo zero, fu sottoscritta da 5mila cittadini, partendo proprio da Lamezia Terme, in una piazza riempita da 8mila persone». «Sulla sanità – conclude D’Ippolito – centrodestra e centrosinistra hanno agito nello stesso modo, per cui ne pagheranno il prezzo il prossimo 4 marzo, quando gli elettori ci giudicheranno sui fatti».