Sanità, grave carenze di organico nel percorso nascita Lo sostiene Giuseppe Gentile del Sindacato Sul
La tutela della salute della donna, dei diritti della partoriente e della salute del neonato, dovrebbero costituire un impegno di valenza strategica per l’intero sistema sanitario della Regione Calabria.
Le norme per il parto nelle strutture ospedaliere, dettano disposizioni in materia di diritti della donna relativi al parto e indicano obiettivi finalizzati alla prevenzione dell’abortività spontanea e alla cura della sterilità, la prevenzione ed il controllo delle malattie congenite ed ereditarie, la realizzazione del percorso nascita per fornire, attraverso l’integrazione dei servizi coinvolti, gli interventi afferenti alla gravidanza, alla nascita e al puerperio, la promozione del benessere psico-fisico della madre e del bambino attraverso modalità cliniche ed organizzative che favoriscano il processo naturale della nascita. l’obiettivo è quello di promuovere pratiche di assistenza alla gravidanza, al parto e al puerperio di provata efficacia, realizzando raccomandazioni cliniche ed individuando azioni per il miglioramento delle pratiche cliniche. Un programma da attuare attraverso specifici gruppi di lavoro e finalizzato alla realizzazione del Progetto Obiettivo nazionale Materno e Infantile (POMI), con finanziamenti specifici disponibili sin dal 2000. Tali finanziamenti, tesi a promuovere l’assistenza al percorso nascita e di azioni per “l’umanizzazione del parto”, prevedono la costituzione di una Commissione nascita, composta da esperti del settore, quali: ginecologo-ostetrico, ostetrica/o, epidemiologo, psicologo, neonatologo, esperto in organizzazione dei servizi, igienista, medico di medicina generale, pediatra di base, pediatra di comunità, assistente sanitario, sociologo, assistente sociale, esperto di comunicazione- informazione. Poiché una delle finalità della legge 26/1998 è quella di salvaguardare la dimensione naturale dell’evento nascita nel rispetto delle condizioni di sicurezza. Nelle nostre realtà, a seguito della riduzione di posti letto di Ostetricia e Ginecologia, dovute alla chiusura dei posti letto di Villa Elisa e Villa Aurora, la dotazione di posti letto nell’ASP di Reggio Calabria risulta fortemente carente e i rischi per le partorienti sono enormi e umanamente incontrollabili. Lo scenario presente negli ospedali di riferimento territoriale è veramente allarmante. Spesso la carenza di organico di personale Medico, Ostetrico e infermieristico, con l’aggravante della totale assenza di personale di supporto (Operatori Socio Sanitari) e degli addetti alle pulizie, non permette di poter affrontare le richieste dell’utenza che comunque si riversa nei Pronto Soccorsi e nei reparti. La presenza in contemporanea di 5 parti, di cui due cesari, impegnano tutto il personale di turno (già insufficiente) in sala operatoria, per poi lasciare un’Ostetrica, da sola, ad assistere altri tre parti simultanei.
Altro che appropriatezza degli interventi, qualità dell’assistenza, tempestività, continuità, verifica dello stato di salute della donna e del bambino, tutte parole scritte dal legislatore per poi ritrovarsi in realtà dove si partorisce sulla sedia a rotelle, sul lettino del monitoraggio e in corsia, con una sola ostetrica che simula Schumacher e riceve insulti da tutte le direzioni.
Eppure la nascita è il rispetto e l’affetto che tutte le persone hanno il bisogno di sentire per gli altri, giunge al culmine quando un neonato viene al mondo dal ventre di una madre. Non è possibile eludere l’attenzione per l’umanizzazione dell’assistenza al percorso parto, per l’adozione dell’analgesia del parto, per l’identificazione dei livelli specialistici, per l’intervento al percorso nascita. Tale esigibilità richiede l’impegno su due settori: la garanzia della sicurezza e della qualità tecnica dei servizi offerti e il numero di personale qualificato adeguato agli standard dell’Unità Operativa. Per superare nell’immediato le difficoltà presenti nella nostra provincia e garantire i livelli minimi di assistenza è impellente che la Commissione Straordinaria dell’ASP si adoperi immediatamente ad assumere il personale necessario per tutelare le nascite nei reparti di ostetricia ginecologia degli Ospedali Spoke provinciali.