Sanità: i parlamentari 5 stelle scrivono a Mattarella per la nomina del commissario ad acta "È un Governo del turbo, quindi, quando è chiamato all'intervento dai ricchi, dai potenti, dalle oligarchie. Ed è un Governo della lentezza, dell'immobilismo e dell'inganno, invece, innanzi ai problemi concreti e alle attese del Mezzogiorno"
Per la mancata nomina del commissario per il rientro sanitario della Calabria, i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Federica Dieni e Paolo Parentela hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendogli a riguardo un incontro immediato. Nella missiva, i parlamentari hanno ricordato: «Il Consiglio dei Ministri (CdM) avrebbe potuto adempiere a tale obbligo già dal 10 dicembre scorso, data della proclamazione del Presidente della Regione Calabria. Da allora ad oggi, come abbiamo insistentemente rappresentato al Presidente del Consiglio e a tutti i Ministri, gli ospedali e i distretti sanitari della Calabria vivono nella paralisi assoluta».
I Cinque stelle hanno quindi rincarato la dose: «Gli appetiti politici, il bisogno patologico di controllare il settore pubblico più redditizio ai fini del consenso, gli equilibri tra i partiti e l’irresponsabilità istituzionale hanno dunque prevalso sulla tutela del diritto alla salute dei cittadini; in spregio all’articolo 32 della Costituzione». «Non sono bastati – hanno proseguito nella lettera i parlamentari M5s – gli appelli delle associazioni, le manifestazioni di piazza e nemmeno le denunce alla procura, tra cui la nostra a Roma, a convincere il Governo della necessità e urgenza di nominare il suddetto Commissario. È un Governo del turbo, quindi, quando è chiamato all’intervento dai ricchi, dai potenti, dalle oligarchie. Ed è un Governo della lentezza, dell’immobilismo e dell’inganno, invece, innanzi ai problemi concreti e alle attese del Mezzogiorno; a partire dalla Calabria, spesso luogo privilegiato di affari, interessi, scorie e macerie».
Nesci, Morra, Dieni e Parentela hanno concluso: «Poiché siamo convinti che il Governo perderà altro tempo, tra notizie inveritiere, annunci e propositi vuoti, Le chiediamo allora, Presidente, un incontro immediato per illustrarLe la gravissima e insostenibile situazione della sanità calabrese, per cui non è più rinviabile la suddetta nomina».
ECCO LA LETTERA:
Preg.mo Presidente della Repubblica, Prof. On.le Sergio Mattarella,
ieri il Governo ha rinviato per l’ennesima volta la nomina del Commissario per l’attuazione del Piano di rientro dal debito sanitario della Calabria.
Il Consiglio dei Ministri (CdM) avrebbe potuto adempiere a tale obbligo già dal 10 dicembre scorso, data della proclamazione del Presidente della Regione Calabria, eletto a seguito delle consultazioni popolari del 23 novembre 2014.
Il Governo ha invece lasciato scorrere inutilmente i due CdM tenutisi il 12.12 e il 24.12.2014, pur sapendo che col primo gennaio dell’anno in arrivo la normativa di specie sarebbe cambiata, per quanto all’uopo previsto nell’ultima Legge di stabilità. Il Governo era cosciente, cioè, che dal 2015 non avrebbe più potuto assegnare l’incarico al nuovo Governatore, per legge incompatibile con il ruolo di Commissario preposto al rientro dal debito della sanità regionale.
Da allora ad oggi, come abbiamo insistentemente rappresentato al Presidente del Consiglio e a tutti i Ministri, gli ospedali e i distretti sanitari della Calabria vivono nella paralisi assoluta, mentre appare fermo, scollato dal confronto istituzionale e perfino nebuloso il Piano di rientro, cioè la riorganizzazione dei servizi per la salute sulla scorta delle risorse disponibili, ridotte all’osso a causa di un sistema monetario predatorio, che ha sepolto la democrazia e la speranza collettiva.
Da allora ad oggi, la promessa di risposte e presenza dello Stato in Calabria è stata vana, illusoria e finanche immorale. Di recente il Presidente del Consiglio in carica ha definito la Calabria come «priorità», salvo poi prestarsi, purtroppo, ai soliti giochi di potere rispetto alla nomina in argomento, volutamente prorogata soltanto per questioni interne alla maggioranza. Gli appetiti politici, il bisogno – patologico – di controllare il settore pubblico più redditizio ai fini del consenso, gli equilibri tra i partiti e l’irresponsabilità istituzionale hanno dunque prevalso sulla tutela del diritto alla salute dei cittadini; in spregio all’articolo 32 della Costituzione, ai fatti drammatici accaduti e alle grida di dolore di pazienti e sanitari calabresi, puntualmente riportati dalla stampa. Qui in Calabria, Presidente Mattarella, si sta morendo anche perché non c’è una bussola nella gestione sanitaria.
Non sono bastati gli appelli delle associazioni, le manifestazioni di piazza e nemmeno le denunce alla procura, tra cui la nostra a Roma, a convincere il Governo della necessità e urgenza di nominare il suddetto Commissario. Eppure, ex abrupto l’Esecutivo centrale ha rivalutato fulmineamente le quote della Banca d’Italia, foraggiando le banche private. Inoltre, di poco cambiato, il Governo ha poi predisposto al volo la trasformazione in spa delle popolari, dopo aver dato il via alla svendita dei ponti di trasmissione della Rai, costruiti col denaro pubblico.
È un Governo del «turbo», quindi, quando è chiamato all’intervento dai ricchi, dai potenti, dalle oligarchie. Ed è un Governo della lentezza, dell’immobilismo e dell’inganno, invece, innanzi ai problemi concreti e alle attese del Mezzogiorno; a partire dalla Calabria, spesso luogo privilegiato di affari, interessi, scorie e macerie.
Poiché siamo convinti che il Governo perderà altro tempo, tra notizie inveritiere, annunci e propositi vuoti, Le chiediamo allora, Presidente, un incontro immediato per illustrarLe la gravissima e insostenibile situazione della sanità calabrese, per cui non è più rinviabile la suddetta nomina.
Ormai ci è rimasto soltanto Lei, come baluardo dello Stato in Calabria, dal momento che il Governo non ci sente, non ci vede e parla a vanvera.
In attesa di un Suo riscontro, Le porgiamo i migliori saluti.
Roma, 4 marzo 2015
Dalila Nesci, Nicola Morra, Federica Dieni e Paolo Parentela
Parlamentari, M5S