Sanità: O. Greco, “Una mala gestio che perdura da 15 anni” Non sono stati certamente i riflettori della ribalta mediatica, dovuti ai recenti disservizi delle ambulanze, a far emergere la drammaticità nella quale versa il sistema sanitario calabrese
Non sono stati certamente i riflettori della ribalta mediatica, dovuti ai recenti disservizi delle ambulanze, a far emergere la drammaticità nella quale versa il sistema sanitario calabrese.
La Sanità calabrese, nonostante il più che decennale commissariamento, vive il fenomeno dell’immigrazione sanitaria, i LEA (Livelli Essenziali d’Assistenza) sono ampiamente insufficienti, le Aziende Sanitarie non riescono a pagare i debiti con i fornitori e l’illegalità è oramai diffusa in modo capillare.
Sono questi i tratti caratterizzanti una mala gestio che perdura da 15 anni, ossia prima e durante le diverse gestioni commissariali, le cui ricadute rischiano di far collassare l’intero comparto.
È in questa cornice che ritengo un risultato importante per la nostra terra la nomina a commissario ad acta del Presidente Occhiuto. Importante ma non bastevole, tuttavia, se non si recupererà l’autonomia gestionale della Sanità in capo alla Regione, superando definitivamente la logica nefasta del commissariamento. La posta in palio è alta e sono certo che con le giuste mosse e avendo da subito dimostrato peso politico e considerazione ‘a Roma’, il Presidente potrà portare a casa un risultato che i calabresi aspettano da tanto, troppo tempo.
La strada obbligata porta nell’immediato a:
– ricognizione immediata dei disavanzi gestionali delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere;
– sterilizzazione del debito storicizzato, contrazione di mutuo trentennale con la c.d.p., oppure rinegoziazione del mutuo con il Tesoro;
– rimozione , dopo formale contestazione, dell’attuale management delle Aziende;
-predisposizione di un programma operativo triennale 2022/2024;
-programma assunzionale triennale;
-riapertura di molti degli ospedali dismessi;
-attuazione della rete territoriale, con il sistema delle unità complesse, delle cure primarie e delle aggregazioni funzionali territoriali;
-realizzazione di nuovi ospedali.
Sono questi i temi e le soluzioni che l’Italia del Meridione da tempo invoca e propone. Perché il punto è proprio questo: non basta la mera sostituzione dei commissari, se a ciò non fa seguito una chiara e netta battaglia alla radice degli atavici e ormai noti problemi etici e strutturali della nostra Sanità. Il rischio è quello di un eterno piano di rientro: la madre di tutte le battaglie per la gestione di un Ente, quello regionale, sul cui bilancio la Sanità incide per circa il 70% delle risorse, e per la ridefinizione di un diritto fondamentale, quello della salute, rivendicato da milioni di calabresi.